Il comitato per il collegamento: «Col Colesei irrinunciabile»

Il portavoce del Comitato per il collegamento esterrefatto dalle parole di Tinè: «Parla di cose che non conosce e senza neppure aver sentito gli amministratori»

COMELICO

«Come Comitato siamo allibiti, stupefatti», commenta il portavoce Rinaldo Tonon, «di fronte alle affermazioni di Vincenzo Tiné, soprintendente per il Paesaggio dell’area metropolitana di Venezia e le province di Belluno, Padova e Treviso; costui, fresco di nomina, ha dedicato il suo primo intervento pubblico proprio a noi, al Comelico, dicendo che Cima Colesei sarà tutelata. Ma questo lo diciamo da sempre anche noi, e stiamo lavorando con tutte le mitigazioni necessarie per una soluzione che sarà rispettosa della montagna, come è sempre stato. Le affermazioni di Tiné, però, suonano come la condanna di un progetto che evidentemente non conosce; e sono state fatte senza avere alcun contatto con l’Amministrazione locale. Insomma, pare una penalizzazione a priori nei nostri confronti, che non si può accettare».

Ovvero?

«Ovvero per noi Colesei è imprescindibile, irrinunciabile e non trattabile. Non solo: carte alla mano, è la soluzione migliore sia dal punto di vista tecnico e sia ambientale, come già era stato spiegato negli incontri al ministero a Roma. Poi, se ogni volta che cambia qualche funzionario si deve ripartire da zero, la storia non avrà mai fine. Ed è questo che la gente non capisce: abbiamo perso dieci anni fra carte e burocrazia: adesso che sembrava tutto definito a livello dell’iter procedurale, si riparte dal via? La rabbia sta montando in paese, non vorrei che qualcuno perdesse la testa».

Rivediamo il crono-programma che avevate definito per arrivare all’inaugurazione del collegamento nel novembre 2021.

«Era previsto che a fine settembre la Regione», spiega Tonon, «inviasse al Comune gli atti affinché il consiglio comunale potesse approvare la Vas (valutazione ambientale strategica, ndr) sulla variante urbanistica che riguarda Valgrande e Col d’la Tenda, le due aree interessate dai nuovi impianti e dalle nuove piste. C’è qualche giorno di ritardo, ma a breve dovrebbe essere convocato il consiglio comunale per l’adozione di questa variante. Poi ci vorranno trenta giorni per la pubblicazione di questa variante ed altri trenta giorni a disposizione per eventuali osservazioni, che peraltro speriamo non vi saranno, visto che il progetto è stato ampiamente illustrato, discusso, valutato. Poi si torna in consiglio comunale per un parere sulle eventuali osservazioni, quindi il tutto torna in Regione per un’approvazione definitiva che non dovrebbe tardare. In quella fase sarà utile che il Comitato faccia le necessarie pressioni, così che non vi siano ritardi rispetto nelle tempistiche tecniche».

Temete degli inciampi?

«Assolutamente no, non abbiamo motivo di dubitare, viste le chiare prese di posizione favorevoli del presidente Luca Zaia. Quindi, se tutto va bene, il Comune di Comelico Superiore dovrà approvare i documenti definitivi, con la valutazione di impatto ambientale, e si dovrebbe arrivare a settembre 2020 con tutte le carte in regola per iniziare i lavori e mantenere la scadenza di fine novembre 2021, col collegamento pronto sci ai piedi per l’inizio di quella stagione invernale».

Cosa sta facendo il Comitato in questi giorni?

«Monitoriamo costantemente la situazione, di certo non è possibile perdere più nemmeno un giorno. Noi siamo molto determinati e la popolazione è con noi e con il sindaco Marco Staunovo Polacco, come ha dimostrato il 1 giugno alla manifestazione a cui hanno partecipato 3.000 persone, in pratica mezzo Comelico».

Con un’ampia presenza anche della politica...

«C’era chi governava allora e chi stava all’opposizione. Oggi i ruoli per alcuni si sono invertiti, ma sono sempre tutti dichiaratamente dalla nostra parte, nessuno escluso. Chiediamo loro di darci una mano per fare presto».

Intanto il presidente regionale del Cai. Renato Frigo, dice che in montagna ci sono troppo turisti, che le Dolomiti vanno tutelate...

«Non so quale montagna frequenta il presidente regionale del Cai, qui in Comelico noi non lo abbiamo mai visto; ma se vuole venire a trovarci vedrà con i suoi occhi che da noi le code non ci sono, né sui sentieri, né ai rifugi. Però certe dichiarazioni, proprio perchè così generiche, fanno male anche a noi; perché la gente poi è scoraggiata a venire su dalla pianura, mentre noi abbiamo bisogno di turisti come del pane. Certe sparate proprio non le capisco». .




 

Riproduzione riservata © Corriere delle Alpi