Il comitato pro Gabelli: «Il degrado avanza» / FOTO

Il presidente Rossato chiede un intervento rapido per tutelare la storica scuola «Dal tetto rifatto nel 2007 penetra acqua, il deterioramento è tangibile»

BELLUNO. «La tutela, allo stato attuale, non è meno importante, sia in chiave tecnica che economica, del più complesso e lungo complesso di recupero».

Il presidente dell’Associazione cittadini per il recupero della Gabelli, Marco Rossato, ribadisce la propria convinzione: è necessario che l’amministrazione dia avvio a un’attività di sorveglianza per riuscire almeno a limitare le attuali cause di danno presenti all’interno dello storico fabbricato.

«Un sopralluogo eseguito con l’assessore Luca Salti appena dopo l’Epifania ha lasciato emergere come si siano aggravati molto non gli aspetti legati alla staticità dell’edificio, bensì quelli legati al deterioramento rilevante di una scuola “non vissuta”», sottolinea Rossato. «Mi riferisco per esempio alle infiltrazioni d’acqua e al crollo di una “pignatta” verificatosi a dicembre. Qui la situazione è andata aggravandosi con le piogge, perché la ghiaia che fu utilizzata nella costruzione era porosa».

L’impermeabilizzazione del tetto risale all’estate 2007: «Le ipotesi sono due, visto la vicinanza temporale dell’intervento», aggiunge Rossato, «o i lavori sono stati progettati in modo non corretto oppure non sono stati eseguiti bene».

Su questo punto l’attuale amministrazione sta avviando delle verifiche: «Abbiamo dato in mano la questione agli uffici», spiega il sindaco Massaro.

Il problema del tetto per Rossato è uno dei più grossi: «I soldi necessari per la sistemazione, se il fabbricato continua a essere lasciato in questo stato, continueranno a crescere. Spendere risorse per le manutenzioni è un investimento. I primi grossi danni all’interno dell’edificio sono stati fatti dagli impianti non svuotati. E ora dalla copertura che non è adeguatamente impermeabile».

Lunedì l’Associazione cittadini per il recupero della Gabelli, il Fai Belluno e Antenna Anziani incontreranno il sindaco. «Un incontro che chiediamo da dicembre», dice ancora Rossato, «e in cui ribadiremo che l’edificio scolastico, abbandonato e non “vissuto”, sta subendo l’usura del tempo che passa». Insomma, secondo Rossato bisogna cambiare strategia: «Visto che non ci sono le risorse economiche e che se i 5 o i 2,5 milioni non arrivano da fuori, il Comune non può intervenire, credo sia arrivato il momento di porsi una questione nuova e rendersi conto che quanto avviato nel 2009 con il sindaco Prade non è più perseguibile».

L’alternativa per il presidente dell’Associazione è «procedere presto con la verifica della sicurezza sismica e poi ragionare con i tecnici sul da farsi, magari rendendo agibile una parte della scuola. Dopo il 2009 la scuola “viva” si è impoverita e ricostruire il rapporto che aveva con cittadini e città si fa sempre più difficile». «Per ottenere l’agibilità la scuola dev'essere a norma sotto profilo elettrico, statico, delle vetrate e quant’altro», fa presente Massaro. «Sul fronte manutenzioni, ci piacerebbe poter intervenire. Il problema è che le poche risorse che abbiamo dobbiamo impiegarle prima nelle scuole che sono attualmente frequentate dagli alunni».

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