Il commissario Aci: «Coppa d’oro patrimonio bellunese»
BELLUNO. «Aci Belluno è titolare del marchio Coppa d’oro delle Dolomiti e sarà l’Automobil club Belluno ad organizzare l’edizione 2018 della manifestazione». Fuga ogni dubbio, tranquillizza chi si è allarmato leggendo la nota diffusa ieri pomeriggio, assicura che la Coppa d’Oro si svolgerà regolarmente e che «nessuno vuole sottrarla ad Aci Belluno». A parlare è Giorgio Capuis, il nuovo commissario dell’Aci Belluno. Inizia quindi a diradarsi la nebbia che, da oltre un anno, avvolge l’ente bellunese.
A marzo 2017 metà consiglio direttivo (Gianpaolo Bottacin e Tiziano Introvigne) si è dimesso, lasciando il direttivo stesso privo del numero legale anche per approvare il bilancio 2016. Da oltre un anno, quindi, si attendeva la nomina di un commissario, con il compito di approvare i bilanci e di traghettare l’ente a nuove elezioni. Il ministero per gli Affari regionali, turismo e sport ha scelto di affidare la gestione di Aci Belluno, con un mandato di un anno, all’avvocato Giorgio Capuis. Quarantuno anni, presidente dell’Aci di Venezia, si è insediato e ha già varato il primo provvedimento: quello per l’organizzazione della Coppa d’oro delle Dolomiti. Che si svolgerà, quindi, regolarmente, e sotto l’egida di Aci Belluno. Proprietaria del marchio.
I timori. Ma facciamo un passo indietro. Ieri Aci Belluno ha diffuso una nota stampa per comunicare l’avvenuta nomina di Capuis a commissario dell’ente bellunese. Poche righe, che però hanno lasciato perplesso chi, nei mesi scorsi, aveva paventato la preoccupazione che la Coppa d’oro venisse portata a Roma. Ad Aci nazionale.
Ad alimentare le preoccupazioni sono due frasi: «La Coppa d’oro delle Dolomiti si farà anche quest’anno e continuerà ad essere un patrimonio di Automobil club» e «Il commissario Capuis ha riconfermato in capo all’Automobil club Italia la regia della Coppa d’Oro delle Dolomiti 2018». È vero che il testo si conclude con la volontà, da parte del neo commissario, di «rilanciare l’attività sul territorio a partire dalla storica manifestazione di auto d’epoca», ma Daniela Pongiluppi (nel direttivo ai tempi della presidenza Bottacin) non era affatto convinta. «Ma chi sta organizzando la Coppa d’Oro? Chi incasserà gli utili? Si parla di “nostro patrimonio”: ma nostro di chi? Questa nota è ambigua e non mi rassicura».
«Il contratto con la Meet comunicazione è scaduto l’anno scorso. Chi sta organizzando la Coppa d’Oro? C’è l’intenzione di valorizzare questa gara, da parte di Aci Belluno?», ha aggiunto Gianpaolo Bottacin, che proprio migliorando l’organizzazione della gara è riuscito, ai tempi in cui era presidente di Aci Belluno, a risanare i bilanci dell’ente.
«La Coppa d’oro è e resterà a Belluno». A rispondere alle preoccupazioni è Giorgio Capuis. Anche lui perplesso, ma nel leggere nella nota diffusa ieri da Aci Belluno quella frase sulla regia della manifestazione affidata ad Automobil club Italia. «Immagino si tratti di un refuso», spiega. «Aci Belluno è titolare del marchio Coppa d’oro ed è l’organizzatore dell’edizione 2018. I tempi sono stretti, e l’ente si avvarrà della struttura messa a disposizione dall’Automobil club Italia, ma gli utili resteranno a Belluno».
E in futuro? «Saltare questa edizione sarebbe stato un peccato mortale, per questo il primo provvedimento che ho emanato è stato per iniziare il lavoro necessario», continua Capuis. «Poi faremo una gara per aggiudicare l’organizzazione». Non sarebbe necessario fare un bando, ma «quando si gestisce un ente pubblico è sempre opportuno usare criteri di trasparenza».
«Desidero sia fugato ogni dubbio: nessuno vuole sottrarre la Coppa d’Oro a Belluno. Aci Italia non ha alcun interesse a fare un’operazione di questo tipo. Quel che è di Belluno rimarrà a Belluno». Lo ribadisce, il commissario, per rassicurare tutti gli appassionati che, nei mesi scorsi, si sono chiesti che fine avrebbe fatto una manifestazione seconda in Italia, per importanza, solo alla Mille miglia.
Nuove elezioni. Fra i compiti del commissario Capuis c’è anche quello di traghettare l’ente a nuove elezioni. «Il mio mandato durerà un anno», conclude. «Abbiamo evitato di saltare un’edizione della Coppa d’Oro, stiamo correndo perché i tempi sono strettissimi e le cose da fare molte, ma sono fiducioso. Ripartiamo da qui: dai fatti e dalla passione, che in questa provincia è davvero forte».
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