Il Comune blocca i lavori in casa Franceschi
Il Comune di Cortina blocca i lavori di casa Franceschi. O meglio il sindaco Andrea ordina al padre Ernesto ed alla zia Maria Luisa di sospendere i lavori di ristrutturazione di un vecchio manufatto di famiglia, in località Mortisa, da cui, secondo il progetto approvato, si dovrebbero ricavare cinque appartamenti con garage interrato. Due i motivi. Primo: il vecchio fienile che fa parte del manufatto è stato completamente demolito in difformità dal progetto che ne prevedeva il mantenimento ed il ripristino. Secondo: il garage interrato è stato ampliato, senza permesso.
Le presunte irregolarità nella casa in ristrutturazione, che hanno costretto il Comune ad emettere, nei giorni scorsi, l’ordinanza di sospensione dei lavori, sono state segnalate dal sostituto procuratore Antonio Bianco, titolare dell’inchiesta che vede sindaco ed altre sei persone indagati per una serie di reati legati ad alcuni appalti. Un’inchiesta che ha avuto la sua svolta il 22 maggio scorso quando gli uomini della Guardia di Finanza del comando provinciale di Belluno perquisirono e sequestrarono materiale ed incartamenti utili all’indagine presso gli uffici comunali e nelle case degli indagati. Nei giorni scorsi, le Fiamme Gialle, coadiuvati nelle indagini da due ufficiali di polizia giudiziaria del Corpo forestale, dopo aver attentamente studiato gli incartamenti relativi alla ristrutturazione del manufatto in località Mortisa, hanno segnalato al Comune le presunte anomalie.
Un fatto questo che ha costretto il sindaco Franceschi in persona a “girare”, il 30 agosto scorso, alla responsabile del settore “Edilizia privata” del Comune, l’ingegner Emanuela Zaetta, la segnalazione per verificare se nella ristrutturazione del manufatto paterno fossero stati commessi degli abusi.
E di irregolarità, nel cantiere di casa Franceschi, i tecnici comunali ne hanno rilevate due. Una nei lavori di ampliamento del garage perché “in assenza di titolo abilitativo”, l’altra nella demolizione del fienile (“la parte rustica dell’immobile”) che comprende sia il piano terra in pietra che i piani superiori in legno, per “difformità dal permesso di costruire”.
In particolare, il responsabile del settore Edilizia privata del Comune ha rilevato quella che definisce “una contraddittorietà di fondo” nella redazione del progetto di ristrutturazione del manufatto in località Mortisa dove, riguardo al fienile, si dichiara, da una parte, che “durante la fase di montaggio delle pareti interne, dei solai e della copertura si richiede la possibilità dello smontaggio delle travature portanti esterne ed interne esistenti per consentire ed agevolare la posa dei pannelli facenti parte della nuova struttura”, e, dall’altra, che “la struttura esistente non solo viene mantenuta e ripristinata, ma non viene neppure rimossa”. Invece, la struttura esistente, ossia il fienile, è stata praticamente rasa al suolo.
Nel verbale di accertamento di presunta violazione urbanistico-edilizia, redatto dall’ufficio Edilizia privata del Comune di Cortina, vengono indicati come responsabili del presunto abuso il padre del sindaco, Ernesto Franceschi, e la zia Maria Luisa Franceschi, come proprietari del manufatto, l’architetto Mauro Valleferro, progettista e direttore dei lavori, e l’impresa costruttrice “Kargruber-stoll” di Monguelfo (Bolzano).
In merito alla vicenda è intervenuto anche il sindaco di Cortina con una nota. Che il cantiere intestato a membri della famiglia del sindaco Andrea Franceschi fosse stato bloccato, non è una novità. «È stato il Comune stesso a bloccare i lavori. L'intervento è stato motivato non sulla base del progetto - che era regolare e che, per questo, era stato precedentemente autorizzato - ma'' precisa Franceschi ''per un presunto errore durante i lavori'». Lavori che avrebbero dovuto ristrutturare un muretto che, invece, è stato abbattuto e, poi, ricostruito. «Ció è stato fatto probabilmente per comodità da parte della ditta, ma comunque il Comune ha bloccato i lavori dando al progettista trenta giorni di tempo per spiegare la sua scelta». «Anomalo», per Franceschi «è invece il modo in cui il Comune ha ricevuto notizia dell'irregolarità. La magistratura deve aver ricevuto un esposto ma, invece di informare il Comune come da prassi perchè indagasse, ha inviato cinque finanzieri a verificare la documentazione. Un atteggiamento ben strano: non si fa un'indagine così per ogni cantiere e il Comune, che si è subito attivato, è stato perfettamente in grado di gestire la pratica».
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