Il consigliere Zanetti: «Poteva morire qualcuno»
BORCA. «Giovedì poteva morire nuovamente qualcuno». Così Marco Zanetti, consigliere con delega alla frana, spiega, senza tanti giri di parole, la gravità della situazione. «La colata detritica è venuta giù in maniera imponente», dice, «prova ne è che i tre invasi sono stati riempiti. Sulla frana abbiamo una piazza alta vicino al punto in cui in canale di Salvella si unisce al Bus del Dioul ed è stata completamente riempita di detriti. Poi ci sono i due invasi a valle: una vasca ampia, divisa dall'altra da una muraglia. Quella sopra è stata completamente riempita, quella sotto è piena circa a metà. È stata l'acqua a tracimare, ma per fortuna questa volta, il sistema di scolo delle acque ha funzionato bene. Dove ci sono le briglie di contenimento, infatti, c'è uno speciale “inghiottitoio” che serve a far confluire l'acqua. L'acqua è scesa nei tubi, che erano puliti e manutentati, e per la maggior parte è andata sul Ru De Miolei, tracimato di poco solo sopra via Enrico Mattei e più sotto, verso la Statale. Lungo la strada è scesa un po' di acqua, ma i detriti sono rimasti per fortuna tutti a monte».
«Sul tavolo», prosegue, «abbiamo due problematiche che dobbiamo risolvere in tempi brevi. La prima è nuova: nonostante gli investimenti fatti per dotare la frana dei sistemi di allarme, questi non hanno funzionato al meglio. La procedura va messa a punto, perché ci siamo trovati in situazione di allarme, senza avere quella di preallerta. Poi, considerando la massa di materiale che è sceso, i sensori avrebbero dovuto far scattare l'allerta. Invece il nostro sindaco è stato messo nella condizione di dover decidere se azionare le sirene o meno. Questo aspetto va sicuramente tarato».
La seconda problematica purtroppo non è nuova ed è conosciuta da anni: «Chi di dovere deve darci la possibilità di andare avanti con i lavori che mitigheranno il rischio della frana. Sono state fatte alcune opere nella parte alta, ma manca il grosso e manca la progettazione definitiva della parte bassa. Il pericolo è imminente e continuo. Ci devono concedere lo stato di somma urgenza per consentirci di spendere i finanziamenti che abbiamo e di fare le opere definitive per mitigare il rischio. Se per cinque estati siamo andati via lisci, adesso si rivede che il pericolo esiste. Non si può far vivere i cittadini nel pericolo per una burocrazia devastante ed estenuante. Con la somma urgenza l'iter sarebbe più snello e avremmo già finito le opere».(a.s.)
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