Il consiglio promuoverà il referendum

Feltre verso il Trentino, l’ipotesi sarà portata al voto: lunedì prossimo l’avvio dell’iter. Ma la maggioranza non è unita
IL NUOVO CONSIGLIO COMUNALE DI FELTRE con il sindaco perenzin
IL NUOVO CONSIGLIO COMUNALE DI FELTRE con il sindaco perenzin

FELTRE. Il consiglio comunale dirà sì alla spinta secessionista che in città ha portato a raccogliere più di milleduecento firme per il passaggio dal Veneto al Trentino. Ma l’avvio dell’iter per il referendum è stato e sarà fino all’ultimo un passaggio sofferto per l’amministrazione Perenzin, impegnata su più tavoli: da una parte a difendere i confini provinciali dall’ipotesi di accorpamento con Treviso; dall’altra a rispettare la volontà popolare ma anche a valutare tutte le ricadute della consultazione popolare, comprese quelle economiche. Il voto - che, salvo sorprese, avverrà in una data diversa da quella delle elezioni politiche - costerà al Comune 20-25 mila euro. E la somma dovrà essere accantonata subito, nel caso in cui si decida di dare avvio al percorso che conduce al referendum. Non è un ostacolo insormontabile, ma è una complicazione in più, visto che le casse dell’ente sono vuote.

Nella maggioranza il dibattito è aperto. Una riunione si è tenuta ieri, fino a tarda sera. Un’altra c’era stata lunedì 15. E lunedì prossimo il confronto si sposterà sul palcoscenico aperto della sala consiliare, dove - come si era deciso a settembre, sempre in aula - il consiglio si pronuncerà sull’istanza referendaria. «Abbiamo molto rispetto delle firme che ci sono state presentate», premette il presidente del consiglio Sandro Dalla Gasperina. «Ma siamo anche molto attenti a quello che succede a Roma in questi giorni, perché il salvataggio o meno della nostra provincia non può lasciarci indifferenti. Nel caso di accorpamento con Treviso daremo battaglia contro questa decisione, se invece Belluno dovesse superare la prova degli accorpamenti allora si dovranno fare altre valutazioni». Dalla Gasperina non nasconde che all’interno della maggioranza di centrosinistra si stiano manifestando sensibilità diverse verso il referendum. Anche il voto di settembre, con un paio di astensioni pesanti, lo aveva evidenziato. «Siamo tutti d’accordo nell’avviare l’iter per il voto. Sul distacco dal Veneto, invece, ci sono posizioni diverse», spiega il presidente del consiglio. «Io per esempio ho sempre detto di preferire l’abolizione dei privilegi delle province autonome piuttosto che provare ad unirmi al Trentino per godere di quei vantaggi. Altri la pensano diversamente e preferiscono ottenere il massimo per vivere in montagna nel modo migliore». In tutti i casi, il voto per il referendum non è in discussione. Ma il dibattito sarà interessante e vivace. Per questo - e considerato che l’assemblea sarà aperta con il voto sulla delibera di assestamento del bilancio e con le modifiche all’Imu e all’addizionale Irpef, argomenti caldissimi - si è deciso di anticipare l’inizio della seduta alle 18 e di modificare l’ordine del giorno, così che il dibattito sul referendum si svolga al massimo in seconda serata e non a notte fonda.©RIPRODUZIONE RISERVATA

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