Il corpo ritrovato a Mel è di Giovanni Lavina

L’ispezione medico legale ha sciolto i dubbi sull’identità del cadavere. Addosso anche alcuni documenti. La salma è stata restituita ai famigliari
TAMBRE. È di Giovanni Lavina il corpo ritrovato a Cordellon di Mel la settimana scorsa. L’ispezione cadaverica condotta sabato dal consulente nominato dal pubblico ministero Paolo Sartorello ha sciolto l’ultimo dubbio degli inquirenti.


Addosso sono stati ritrovati anche i documenti dell’uomo e probabilmente gli accertamenti medico legali esterni (come i riscontri sulla dentatura e altri particolari sulla statura) hanno chiuso il cerchio sulla effettiva identità del cadavere. Alcuni documenti sono stati rinvenuti sui pochi abiti che ricoprivano il corpo, esposto per un anno e mezzo all’azione di intemperie e ambiente di una località impervia. Il cadavere era ricoperto dei vestiti nella sola parte superiore, i pantaloni erano caduti a terra ma non contenevano documenti: i carabinieri hanno chiaramente lasciato al medico legale il compito di occuparsi dell’ispezione del resto, anche dell’abbigliamento rimasto, nella necessità di mantenere integra la salma che era già in forte stato di decomposizione, per le verifiche necessarie all’indagine.


I vestiti ritrovati sembravano proprio quelli che Lavina indossava il giorno in cui è scomparso, nel febbraio dell’anno scorso. Altri particolari lasciavano intendere quasi sicuramente che si trattasse del suo corpo, ma la certezza definitiva poteva arrivare solamente dalle analisi medico legali che, seppure esterne, sono arrivate.


Si è trattato di un suicidio: il caso è stato chiuso con questa motivazione e anche le circostanze del ritrovamento lasciavano pensare a un gesto estremo del 55enne di Tambre. Di Giovanni Lavina si erano perse le tracce dal 5 febbraio del 2016: la sua auto, durante le ricerche condotte all’epoca da Soccorso alpino, vigili del fuoco e carabinieri, venne rinvenuta parcheggiata a Cordellon, il giorno dopo la scomparsa da casa. Le ricerche mobilitarono centinaia di persone, forze dell’ordine e volontari, a lungo impegnate su un vasto territorio che si estendeva a cavallo tra le province di Belluno e Treviso. Di lui non si trovò traccia, fino al 22 novembre di quest’anno, quando un cacciatore in battuta nei dintorni di Mel ha visto quel corpo in Val Fontane, a 850 metri di quota. I carabinieri della Compagnia di Feltre e della stazione di Mel, coordinati dal capitano Angelo La Chimia, hanno così proceduto ai primi rilievi e alle prime repertazioni. Poi l’ultima certezza è venuta dagli accertamenti medico-legali disposti dalla procura. La salma è già stata rilasciata ai famigliari per la sepoltura.
(cri.co.)


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