«Il Csv va mantenuto importanti i suoi servizi»

L’appello del presidente del Comitato di Intesa, Giorgio Zampieri che teme la riforma del Terzo settore e l’accorpamento dei centri per il volontariato
Di Martina Reolon

BELLUNO. Il Csv di Belluno, fondamentale presidio del territorio, deve essere mantenuto. È l’appello che il presidente del Comitato d’Intesa, Giorgio Zampieri, ha già lanciato parecchie volte. E che ora ribadisce con forza. L’accorpamento dei Centri di servizio per il volontariato è inserito nella legge di riforma del Terzo settore. «Quello che al momento ci preoccupa di più è il punto 3 di questa legge», precisa Zampieri, «laddove si dice che è prevista “la presenza di un Csv per ogni città metropolitana e di un Csv per ogni milione di abitanti residenti al di fuori delle città metropolitane, garantendo in ogni caso la presenza di un Csv in ogni regione e provincia autonoma”».

Ma è prevista contestualmente anche la possibilità di deroga, con il vincolo di garantire “il principio di prossimità nell’erogazione dei servizi”. «È un momento fondamentale che richiede un coinvolgimento e un interessamento di tutti. Con queste considerazioni e motivazioni che ci spingono a lottare per mantenere un presidio territoriale», prosegue Zampieri. «Come coordinamento provinciale non crediamo opportuni limitazione o accorpamenti. L'esperienza maturata grazie anche ai Csv provinciali ci dice che il volontariato si è sviluppato e qualificato. Di fronte al forte calo delle risorse degli ultimi anni, le attività sono continuate a sostegno delle associazioni. E oggi, più che mai, sono essenziali per aiutarle e diminuire i problemi sociali che affliggono i cittadini, in particolare chi vive in territori difficili come i nostri».

«Oggi possiamo offrire servizi qualificati che rappresentano un punto di riferimento anche per gli enti locali: se la riforma chiede di cambiare e migliorarci, siamo ben pronti», aggiunge il presidente del Comitato. «Sono già stati intrapresi in quest'ottica percorsi efficaci per cambiare, ridurre i costi di gestione, e continueremo su questa strada, ma sarà possibile solo rispettando la territorialità quale valore di relazione locale con Comuni, Unioni Montane, Usl e tutte le altre realtà, che con poche risorse e l'attività gratuita di tanti volontari riesce a produrre energia sociale utile e diminuire l'impatto dei problemi che ci sono in vari ambiti del nostro territorio».

I nuovi Centri di servizio non si occuperanno soltanto di territori più ampi, ma avranno anche più responsabilità: «Con l'ampliamento delle competenze assegnate, la legge ne sancisce la continuità, e non è quindi pensabile la loro riduzione», fa presente Zampieri. «È forte il nostro auspicio che venga tutelato il sistema, ma anche sviluppato secondo le indicazioni e le regole contenute nei decreti che favoriranno e proteggeranno l'opera dei volontari, consapevoli che non ci mancherà la forza affinché continui il servizio verso i ceti più deboli». Il CSVnet (Coordinamento nazionale dei Centri di servizio per il volontariato) ha raggiunto un accordo con le Acri (fondazioni bancarie), il Forum del Terzo Settore, la Consulta nazionale dei Co.Ge (Comitato di gestione, che assegna la gestione e ha funzioni di controllo dei CSV, di cui fanno parte le fondazioni, il volontariato e le istituzioni). Il testo dell’accordo “Proposte per la nuova articolazione e funzionamento del sistema dei Csv” sarà presentato all’attenzione del ministero del Lavoro e delle Politiche sociali in questi giorni.

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