Il debito con l’Usl finisce a carte bollate
SAN PIETRO. L’Usl n.1 ricorrerà alle vie legali per ottenere l’attribuzione delle quote di finanziamento delle funzioni delegate e obbligatorie erogate dalla disciolta azienda sanitaria n. 1 Cadore (confluita nel 1995 nell’odierna Usl 1).
Sarà l’avvocato Roberto Larese del foro di Belluno deputato al recupero del credito che ammonta a oltre 45 mila euro. L’azione legale a cui è ricorsa l’azienda sanitaria bellunese nasce dal rifiuto espresso più volte dal comune di San Pietro a liquidare il debito.
La vicenda nasce lontano. Nel 1992 con la delibera n. 40 il Comune di San Pietro di Cadore, infatti, aveva contestato il debito, procedendo al blocco dei versamenti richiesti dall’Usl 1 Cadore relativi alle quote obbligatorie, adducendo una riduzione dei servizi erogati in favore della sua popolazione.
L’Usl nel 2001 aveva acquisito il parere di uno studio legale trasmesso al comune di San Pietro e al presidente del Comitato della Conferenza dei sindaci del Cadore, in cui si evidenziava che l’ente locale, indipendentemente dalla fondatezza dei rilievi mossi ai servizi prestati, non poteva retrocedere al blocco dei pagamenti in quanto l’obbligo non ha natura corrispettiva, ma contributiva. Il comitato stesso dei sindaci dell’Usl 1 nel giugno 2001 si era espresso a favore dall’obbligo che tutti i comuni interessati saldassero i debiti pregressi, e negli anni tutti hanno riconosciuto le quote in parola, a fronte di una semplice istanza, ad eccezione proprio del comune di San Pietro che non ha onorato il debito ammontante a 45.867 euro.
D’altra parte il recupero del credito diventa obbligatorio visto che quella somma va di fatto all’interno delle voci di bilancio «e un suo mancato introito depaupera ancora di più le risorse destinate alla funzione, soprattutto nei confronti dei Comuni che, pur versando in situazioni analoghe a quella dell’amministrazione di San Pietro, hanno ritenuto di saldare tempestivamente i debiti pregressi», precisano dall’Usl.
Ma da parte sua, il sindaco di San Pietro, nel gennaio di quest’anno ha fatto presente di non voler aderire alla procedura di mediazione, per cui il procedimento si è chiuso, costringendo l’Usl a ricorre alle vie legali, con ulteriore aggravio di spesa per l’azienda sanitaria.
Paola Dall’Anese
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