«Il decentramento è possibile da subito e a costo zero»

Maurizio Busatta (fondazione Colleselli) interviene sul tema dell’autonomia della Provincia di Belluno «Applicarla è facile, basta seguire il percorso segnato: ci si può sedere ad un tavolo anche domani»
Di Valentina Voi
Palazzo Piloni, sede della Provincia di Belluno, senza le bandiere esposte - In alto la sede dell'ente a Palazzo Piloni A sinistra il consiglio provinciale che entro fine mese vota il bilancio
Palazzo Piloni, sede della Provincia di Belluno, senza le bandiere esposte - In alto la sede dell'ente a Palazzo Piloni A sinistra il consiglio provinciale che entro fine mese vota il bilancio

BELLUNO. Un tavolo per l’autonomia di Belluno. Un passo semplice, ma efficace, per arrivare in modo graduale e progressivo a mettere in pratica la legge sulla specificità della provincia interamente montana. È quanto propone Maurizio Busatta in rappresentanza della fondazione Colleselli: «Vogliamo fare dei passi avanti, senza polemiche».

La legge 25. Busatta ha deciso di intervenire dopo le tensioni che negli ultimi giorni si sono registrate tra la Regione e la Provincia: «Fa piacere che l’assessore Gianpaolo Bottacin auspichi un accordo ma vorrei ricordare che fino ad ora non c’è stata la volontà di aprire un tavolo né di chiarire le questioni in campo favorendo più la confusione di idee che la semplificazione della questione». Applicare la legge 25, assicura Busatta, «è facile. Basta seguire il percorso segnato dalla legge stessa. Stiamo parlando di questioni amministrative che la Regione sta comunque svolgendo. La Provincia di Belluno non chiede più soldi, chiede solo quelli necessari a coprire queste funzioni. Quanti sono? Lo può decidere un tavolo di concertazione, che però non è ancora stato aperto».

Risorse umane. L’attuazione della legge 25 parla di risorse finanziarie, umane e strumentali. Ma anche per la questione dei dipendenti la soluzione, secondo Busatta, è più semplice di quello che sembra. «La Regione già adesso si fa carico del personale delle Province per quanto riguarda le funzioni non fondamentali: il meccanismo, dunque, c’è già. Altre soluzioni al momento non ce ne sono perché alle Province è preclusa la possibilità di assumere nuovo personale. Se ci sono dei problemi tecnici vanno segnalati, senza irrigidirsi su questioni politiche».

Decentramento graduale. «Il trasferimento delle funzioni amministrative non parte da zero: gli uffici regionali sono sicuramente attrezzati e hanno nel cassetto diverse ricognizioni. Insomma, in questo contesto volendo ci si può riunire anche domani mattina. Inoltre nessuno obbliga a fare tutto e subito: da sempre il decentramento di funzioni avviene secondo processi graduali e progressivi. Ma sono convinto che ci siano delle azioni che si possono fare già da subito, e a costo zero».

Alcuni esempi. Il primo che porta Busatta è il turismo: «Basta trasferire le somme che la Regione impiega per Belluno in quota parte alla Provincia». Ed ancora le politiche transfrontaliere. «La Regione resti una cabina di regia ma coinvolga la Provincia come già succede in Lombardia». Anche nel campo idroelettrico si possono fare passi avanti. «A fatica dal primo gennaio sono esercitate appieno le competenze in materia di concessione, si faccia lo stesso per le autorizzazioni». Insomma, concludere l’attività ricognitiva entro il 30 giugno è possibile? «Sì. Per questo è importante l’ordine del giorno dell’assemblea dei sindaci (dal quale si sono generate le tensioni tra la Regione e la Provincia, ndr), quel documento getta un sasso nello stagno».

Il piano finanziario. «La Regione ha un miliardo di euro a libera destinazione» continua Busatta, «non sono qui a dire come usare quei soldi ma se ne potrebbe parlare a quel famoso tavolo. Anche la Lombardia ha prefigurato per il 2016 informazioni aggiuntive per la provincia di Sondrio. Come assessore al Personale del Comune di Belluno ricordo che abbiamo forti esigenze di assumere personale, mi chiedo perché la Regione non si sia concentrata su questi aspetti prima di prendersi in carico quello provinciale? In questo modo ha fatto un’operazione che definisco di ammortizzatore sociale. Anche il bollo auto, del quale la Provincia chiede la quota parte bellunese, rientra in quel miliardo non vincolato. Certo, la coperta è corta ma anche fare un primo passo - peraltro a costo zero - avrebbe i suoi effetti. Quando questo tavolo verrà aperto saremo pronti a dare ascolto».

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