Il finanziere De Zolt è assolto in Appello
COMELICO SUPERIORE. De Zolt assolto in Appello. Il fatto non sussiste per il finanziere e campione di sci nordico, che in primo grado era stato condannato in abbreviato a un anno di reclusione, perché accusato di essere andato in vacanza, pur essendo in malattia. La sentenza del Tribunale di Belluno del 6 giugno dell’anno scorso è stata ribaltata ieri dalla Corte d’Appello di Venezia.
Già il procuratore generale ne aveva chiesto la riforma, figurarsi il difensore di fiducia Maraviglia, che ha discusso subito dopo. Soddisfazione per Roberto De Zolt, che era presente in aula con la moglie, anche perché la camera di consiglio sarà durata in tutto una decina di minuti. Il suo medico Simone Calgaro era stato assolto già in prima battuta, con la medesima formula (era difeso dall’avvocato Ponti). Era stato il procuratore capo Francesco Saverio Pavone a indagare su entrambi, soprattutto per la violazione del decreto legislativo 165 del 2001 sulle “Norme generali sull’ordinamento del lavoro alle dipendenze delle amministrazioni pubbliche”. Ed era toccato alle stesse Fiamme gialle il compito di andare sul campo a fare gli accertamenti necessari, a proposito del collega. Oltre a questo, nel capo d’imputazione c’erano il falso e il falso ideologico.
I fatti contestati coprivano la settimana tra il 24 e il 30 giugno 2013. Secondo l’accusa, i sette giorni di malattia per il riacutizzarsi di una vecchia lombosciatalgia erano stati trascorsi a Santa Teresa di Gallura, località marina in provincia di Olbia Tempio. Tre anni dopo il suo ritiro ufficiale dall’attività agonistica ad alto livello con i colori delle Fiamme gialle e della Nazionale azzurra, De Zolt era in servizio alla Compagnia di Cortina. Sempre secondo la tesi accusatoria, il 24 giugno si fece firmare il certificato medico da Calgaro e il giorno dopo partì insieme a tutta la famiglia per una vacanza al mare. Un soggiorno che era stato prenotato in un’agenzia di viaggi di Roma il 18 maggio, quindi con un mese di anticipo. Nelle carte della pubblica accusa, a questo proposito c’erano il pagamento con bonifico bancario di dieci giorni dopo e la carta d’imbarco per il traghetto dal porto di Livorno delle 8 del mattino del 25 giugno.
A Belluno, il giudice per le udienze preliminari aveva accolto la richiesta del pubblico ministero Gallego, condannando a un anno. A Venezia, è cambiato tutto, a cominciare dalla richiesta della procura generale, per finire con la sentenza. Attesa per le motivazioni.
Gigi Sosso
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