«Il Fondo ex Odi finanzi le nostre piccole latterie»

BELLUNO. Oggi pomeriggio, in Provincia alle 17, un nuovo appuntamento sull’agricoltura di montagna, e in particolare sulle latterie bellunesi. Quelle minori rischiano di chiudere. I gestori e le...

BELLUNO. Oggi pomeriggio, in Provincia alle 17, un nuovo appuntamento sull’agricoltura di montagna, e in particolare sulle latterie bellunesi. Quelle minori rischiano di chiudere. I gestori e le associazioni di riferimento cercano da tempo di concretizzare il progetto da 3 milioni di euro per il concentratore del siero e il depuratore. Ideatore e coordinatore del progetto è Sergio Mondin, che ricorda come il suo lavoro sia stato condiviso dalle tre associazioni di categoria oltre che da numerosi amministratori.

I soldi ci sono soltanto per il primo intervento, il concentratore da 1,3 milioni di euro, comprese alcune azioni per un primo rilancio di queste imprese. Con il depuratore si arriva a 3 milioni e mezzo. E i soldi non si trovano. Il Fondo per i Comuni di Confine ha una disponibilità solo di 300 mila euro.

Le latterie in pericolo sono una dozzina e sono distribuite in tutto il territorio provinciale: Agordo, Belluno, Cesiomaggiore, Colle Santa Lucia, Comelico, Lentiai, Limana, Livinallongo, Sedico, Sospirolo, Tambre e Trichiana. L’opera – evidenzia ancora Mondin – incide meno del 3% sui fondi della Provincia resi disponibili dal Comitato dei Comuni di confine.

«Non tutti i progetti previsti di area vasta, come questo, sono stati presentati», incalza Mondin, «per cui ritengo che tra i nuovi programmi sia possibile inserire anche quello delle latterie bellunesi». Mondin ricorda ancora che non ci può essere concentratore senza depuratore. «Nella fase progettuale sono stati sentiti i maggiori esperti a livello internazionale sul tipo di concentratore da realizzare, sulla sua dislocazione e sull’utilizzo dei reflui del siero concentrato. A tal proposito abbiamo interpellato anche gli esperti dell’Enea per verificare la possibilità di trasformare il siero in biogas. Lo stesso è stato fatto con il depuratore. La soluzione è la meno costosa, sia per la realizzazione sia per la gestione, tenendo presente la necessità di ridurre a zero possibili inquinamenti sia di emissioni in atmosfera sia negli scarichi».

Il progettista assicura che tutte le latterie, se verrà approvato il primo stralcio, si impegneranno a presentare, tramite i bandi previsti dal Piano di sviluppo rurale, una gamma di nuovi prodotti, di processi e tecnologie nel settore lattiero caseario.

Francesco Dal Mas

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