Il forte di Col Vaccher a Manzago passa dalla Regola al Comune
PIEVE DI CADORE. Il forte di Col Vaccher, nel bosco di Manzago a Tai, diventerà a tutti gli effetti proprietà del Comune di Pieve di Cadore.
L’iter per il passaggio di proprietà dalla Regola di Tai-Vissà, attuale proprietaria, è iniziato ancora nel settembre 2012, quando tra la Regola e il Comune è intervenuto un accordo per la spartizione definitiva delle proprietà, fino allora gestite solo dal Comune.
La conferma del definitivo passaggio arriva dal sindaco Maria Antonia Ciotti: «Il forte di Col Vaccher diventerà proprietà del Comune. È ormai questione di pochi giorni: è solo necessario formalizzare il passaggio con la Regola. Si tratta di un atto che come amministrazione attendiamo da anni. Una volta di sua proprietà, il Comune potrà elaborare un progetto per il suo recupero e la sua valorizzazione. Nel frattempo l’amministrazione comunale è riuscita ad ottenere che il servizio forestale regionale organizzi una operazione di pulizia al grande edificio, grazie ad un finanziamento regionale di 15 mila euro, al quale contribuirà anche il Comune con altri 3mila euro. L’operazione per la pulizia del forte inizierà al termine delle ferie, quindi alla fine del mese di agosto».
Olivo De Polo, gestore del Forte Fumo, è morto circa 11 anni fa. Per molti anni aveva gestito il ristorante all’interno del forte di Col Vaccher. Con enormi sforzi e anni di lavoro era riuscito a restaurare la parte superiore dell’intera struttura trasformandola in un ristorante con bar, abitazione e laboratorio per la lavorazione di ceramiche. Molti erano gli artisti che frequentavano il suo locale e nonostante il suo comportamento a volte scontroso e imprevedibile era un “personaggio”, citato anche dalla “Guida dei ristoranti” dell’Espresso.
Sotto l’amministrazione Granzotto, dopo tre anni, dalla scomparsa di Olivo De Polo, il Comune di Pieve fece una prima operazione di “pulizia”.
Oggi il forte si presenta in uno stato di abbandono, completamente coperto dalla vegetazione, ed è diventato molto pericoloso, perché anche il ponte levatoio – passaggio indispensabile per accedere all’androne – ha dato segni di cedimento. Sarà cura degli operai del servizio forestale regionale verificare lo stato reale del manufatto.
Vittore Doro
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