Il fuggitivo di Pavia localizzato nel Feltrino

L’uomo ricercato per omicidio avrebbe tentato di raggiungere Piné, “sconfinando” per un prelievo

FELTRE. Dopo aver scaricato contro l’ex collega 49 colpi con la sua pistola semiautomatica calibro 38, una decina dei quali andati a segno, avrebbe cercato la fuga in Trentino “sconfinando” anche nel Bellunese, si ipotizza nel Feltrino dopo aver percorso la Valsugana.

Questo dicono le prime indicazione della polizia che sta lavorando alla ricostruzione dell’omicidio avvenuto nel primo pomeriggio di mercoledì a Pavia, nel magazzino di una ditta di pompe funebri. Le indicazioni in questo senso erano arrivate, mercoledì sera, dalla moglie del presunto omicida (che è stato poi arrestato ieri pomeriggio a una decina di chilometri dal luogo dell’omicidio). L’uomo, Diego Soffientini di 43 anni, è infatti molto devoto alla Madonna del santuario di Montagnaga di Pinè località che la coppia aveva raggiunto in diverse occasioni.

Quando la notizia è arrivata alla polizia, gli uomini dell squadra mobile e del reparto anticrimine di Padova si sono portati nel Pinetano iniziando a controllare la zona. Non è ancora chiaro se l’uomo abbia raggiunto o meno il santuario. Forse potrà essere solo Soffientini a chiarire questo aspetto. L’altra certezza è che l’uomo ha fatto un prelievo, utilizzando la carta di credito nel Bellunese, a ridosso del confine con il Trentino, utilizzando lo sportello di una rurale. Alla fine l’arresto è scattato nel Pavese e per l’uomo è iniziata una lunga notte di interrogatori.

Enrico Marzola, la vittima, ha trovato la morte nel capannone della ditta dove doveva parcheggiare il furgone. L'assassino potrebbe averlo seguito, o forse era già lì ad attenderlo. L'agguato si è consumato nel giro di pochi secondi. Gli spari, in rapida successione, non hanno attirato più di tanto l'attenzione dei pochi residenti della zona, o di chi era al lavoro nei capannoni attigui: «Sembravano martellate, non ci abbiamo fatto caso», hanno dichiarato alcuni di loro.

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