Il Fulcis ripropone gli eventi online, la biblioteca accusa il colpo del Dpcm
BELLUNO
Musei, mostre e biblioteche tornano a chiudere oggi e fino almeno al 3 dicembre. Il nuovo duro colpo al mondo della cultura, arrivato con l’ultimo Dpcm, costringe anche gli enti bellunesi a ripensare le proprie attività, per provare a parare l’urto da un lato, ma anche per costruire iniziative che possano essere riproposte dopo la fine dell’emergenza per migliorare la propria offerta.
A sembrare perseguitata dai decreti è in particolare la biblioteca civica di Belluno, che doveva essere riaperta proprio in questi giorni: «Eravamo nella settimana decisa per la riapertura nella sede provvisoria di palazzo Bembo (dato che sono ancora in corso i lavori di rigenerazione urbana all’interno di palazzo Crepadona), ma non sembra che questo sia un periodo tanto fortunato», commenta l’assessore alla cultura, Marco Perale, «avevamo giusto fatto in tempo a inaugurare il Bembo che c’è stato il primo lockdown e ora siamo ancora nella stessa situazione. Purtroppo, però, dobbiamo sottostare a una situazione di emergenza che impone delle scelte drastiche».
MUSEO FULCIS
Il museo civico del capoluogo farà tesoro dell’esperienza accumulata durante il lockdown in primavera e tornerà a proporre alcuni eventi online e interventi via social per tenere alta l’attenzione sulle proprie collezioni e sulla cultura in generale. «La chiusura ci impone di tornare su internet per dare vita alle nostre iniziative a distanza», spiega Carlo Cavalli, curatore museale, recentemente arrivato a Belluno, «penso sia importante esserci in questo periodo di chiusura, perché già la scorsa volta aveva evidenziato come lo stare a casa non incida solo sull’economia, ma anche sulla vita stessa delle persone; avere un riferimento culturale e alla bellezza dell’arte può aiutare a superare un momento difficile e di isolamento. Al centro della nostra promozione in questo periodo ci saranno sicuramente le due mostre che ospitiamo fino al 10 di gennaio, dedicate ad Alessandro Seffer e alla figura di Federico Velluti. Non ne abbiamo ancora parlato, ma vedremo se sarà possibile prorogare il termine dei due eventi, almeno per recuperare il tempo perduto con questa interruzione».
Quella di poter godere delle due mostre anche oltre il 10 gennaio è un’opzione sul tavolo, ma ci sono degli ostacoli da superare: «Speriamo che si possa effettivamente prolungarle, ma ovviamente questa decisione non dipende solo dal museo», spiega l’assessore Marco Perale, «dovremo contattare i proprietari delle varie opere (in gran numero bellunesi) e chiedere se sono d’accordo per concederle ancora per un po’. Va anche tenuto conto, però, che non sappiamo ancora se in gennaio e febbraio sarà effettivamente possibile tornare ad aprire».
MUSEO DEL VAJONT
Non c’è solo l’online per i musei bellunesi: a Longarone, ad esempio, si preparano a tornare le visite guidate per i visitatori, un modo per offrire un servizio migliore e più coinvolgente, che già in estate aveva aiutato a far fronte alle perdite della chiusura primaverile.
«Alla luce di quanto fatto la scorsa estate, speriamo di poter riaprire nel periodo natalizio per sopperire economicamente allo stop ancora una volta», spiega Sonia Bortoluzzi della Pro loco di Longarone, «al momento stiamo studiando cosa sarà possibile proporre online, ma sicuramente ci stiamo muovendo in modo più sereno rispetto a prima».
La perdita maggiore per il museo è stata quella delle scolaresche, vera anima della sua attività: «Il nostro museo è visitato da famiglie e visitatori di passaggio», conclude Bortoluzzi, «ma lavoriamo moltissimo anche con le scuole, offrendo visite guidate che comprendono il museo, ma anche la chiesa e il cimitero. Questo per noi è fondamentale per tramandare la memoria alle nuove generazioni, sperando che siano migliori di quelle passate». —
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