Il geologo: crolli ovunque basta poco per nuovi disastri

Mario Cabrel: «Ci sono paesi come Costalta minacciati da ogni lato» E mercoledì è annunciata ancora pioggia: «I movimenti potrebbero ripartire»

COMELICO. «Ci sono posti come Costalta, minacciati da frane a monte, a valle, a est e a ovest». È chiarissimo quanto preoccupante il quadro della situazione riferito dal geologo della Provincia Mario Cabriel al termine dei sopralluoghi fatti ieri in Comelico. A far temere di più sono le nuove piogge annunciate per mercoledì, ancora acqua su terreni ormai fradici.

«In questo momento posso dire che la situazione è ferma», spiegava ieri sera il geologo, «ma se piove ancora ripartiranno i movimenti. Ci sono frane ovunque e di tutti i tipi, dalla roccia alla terra sciolta e diverse di queste frane sono in partenza, basta pochissimo perché si mettano in moto».

La situazione più grave e più vasta è a Santo Stefano: «Prima della galleria artificiale, all’altezza delle rocce rosse, 3 chilometri sotto Santo Stefano», spiega ancora Cabriel. «È un fenomeno che conosciamo da trent’anni e si parla sempre di fare una galleria, soprattutto per dare sfogo al Piave». Quel fronte di frana, infatti, spinge il Piave in direzione opposta e rischia di scaricare nel fiume materiale che potrebbe ostruire il corso dell’acqua rendendo l’area davvero pericolosa. «Ma ce ne sono anche molte altre», prosegue il geologo, «più avanti e in diverse località del Comelico. A Mare, ad esempio, il problema è dato dalla rapidità del movimento: ci troviamo davanti a un misto di fango e acqua che può correre a una velocità fino a 60 chilometri all’ora. E lì ci sono le case».

Gli abitanti delle case più prossime alla frana saranno costretti a rimanere fuori durante la notte, perché l’illuminazione e la sorveglianza notturne non basterebbero ad evitare il peggio, proprio a causa dell’elevata velocità dell’evento.

I tecnici della Provincia sono stati in Comelico anche per tutta la giornata di sabato e mercoledì il geologo Cabriel consegnerà ai responsabili del settore difesa del suolo una relazione dettagliata sulla situazione con l’elenco degli smottamenti in corso o imminenti e un primo preventivo sui costi da affrontare.

Impossibile, al momento, quantificare i danni, ma i tecnici sono espliciti: «La situazione è estesa e molto critica, servono davvero un sacco di soldi».(i.a.)

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