Il gioco d'azzardo aumenta con la crisi

A Belluno si spendono 898 euro pro capite l'anno. Gli esperti lanciano l'allarme
Alcuni compilano la schedina del Superenalotto
Alcuni compilano la schedina del Superenalotto
BELLUNO. Cresce con la crisi il ricorso al gioco d'azzardo. A dirlo non soltanto i tecnici, ma anche i dati dell'Aams. In provincia, infatti, si spendono pro capite 898 euro all'anno per il gioco. Praticamente tra le sette province venete, Belluno, che nella classifica nazionale occupa il 60º posto, è la prima per somma spesa, seguita da Treviso (70ª con 860 euro pro capite), Verona (71ª), fino a Padova che è 88ª con 709. Gli esperti. «Il problema del gioco esplode in momenti di crisi», precisa Alfio De Sandre, direttore del dipartimento delle dipendenze dell'Usl 1, «anche perchè c'è una grande disponibilità di posti dove si può giocare. E il problema è che non ci si accorge di quanto si spende, perchè le somme non sono elevate, come può essere una puntata a un casinò, ma si tratta di qualche euro alla volta. E quando si perde, scatta il meccanismo per cui si continua a giocare per recuperare la cifra perduta. E così si innesca un circuito vizioso e ci vuole un attimo per entrare nella spirale del gioco d'azzardo patologico, una compulsione a ripetere l'atto del gioco. Sicuramente questa situazione aumenta quando la condizione economica è poco favorevole, come in questo periodo, ma anche quando le persone sono in condizioni di disagio, magari perchè hanno perso il lavoro». Secondo l'analisi del sociologo Diego Cason, «il gioco d'azzardo non è troppo inserito nel contingente, ma dipende dalle immagini che ci vengono propinate, Ci vengono a dire che per fare soldi ci sono delle vie facili e questo meccanismo con la crisi si acuisce, ma non è determinante a mio parere. Il problema è che si pensa che il destino non dipenda dalla capacità del singolo di farsi strada nella società, ma dipenda dalla sorte». Per Cason, però, non c'è poi molta differenza tra chi gioca 2 euro magari per la schedina del Gratta & Vinci o per il Superenalotto, e lo fa ogni settimana o ogni giorno, e chi invece spende decine di migliaia di euro: «La dipendenza c'è in entrambi i casi». Il gioco come solitudine. Ma chi è il giocatore problematico? Secondo De Sandre è un uomo in età lavorativa, che si trova in condizioni economiche pesanti o difficili. «Rispetto a questo problema il Sert, il servizio delle dipendenze, ha sviluppato un programma di aiuto. Dal punto di vista normativo non c'è scritto che dovremo occuparcene noi, ma lo facciamo perché abbiamo visto che spesso questa dipendenza è legata all'uso di alcol. Sul tema esiste anche un programma regionale per la formazione di operatori che possano svolgere questo servizio; per fare questo si pensa a riorganizzare i dipartimenti delle dipendenze». Il sociologo pone l'attenzione anche su un altro aspetto del gioco, quello individualistico. «Una volta il gioco rappresentava un momento di socializzazione, invece ora anche per l'introduzione delle videolottery, l'aspetto relazionale si è perso; c'è una tendenza monistica, per cui ognuno pensa per sè, gioca da solo, e questo porta a un'alienazione della persona, alla solitudine». Le ricevitorie. Il trend in aumento del gioco lo hanno ben individuato anche i titolari delle ricevitorie, che hanno notato, negli ultimi tempi un incremento sostanzioso di quei giochi in cui si può verificare la vincita quasi immediata, vale a dire i Gratta & vinci, 10elotto e. Quest'ultimo ha registrato un boom enorme da quando è uscito. E' un gioco che prevede delle estrazioni ogni cinque minuti a cominciare dalle 7 di mattina fino alle 23. Praticamente una persona può seguire tranquillamente da casa l'andamento del gioco, basta avere un computer. A tentare questo tipo di fortuna sono i giovani dai 25 ai 50 anni. Meno bene, invece, pare andare il gioco del Win For life. Trend in diminuzione per il lotto, che rimane ad appannaggio di una clientela molto adulta. Sembra non attirare molto il Superenalotto. L'incremento di giocate si evidenzia quando la posta in gioco ha almeno sette zeri.

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