Il giorno delle «purghe» nella Lega Nord: discussioni e proteste
NOVENTA. In 150 hanno manifestato in silenzio, con cerotto alla bocca e la sciarpa verde con il simbolo del Carroccio al collo, il proprio dissenso contro l’ipotesi di “purghe” che il Consiglio Nazionale Veneto della Lega dovrà discutere nell’assemblea di Noventa Padovana. I leghisti, quelli più vicini a Umberto Bossi, con l’ex parlamentare Paola Goisis in primis, si sono dati appuntamento davanti alla sede del Consiglio Nazionale dove saranno decise le sorti di una decina di “ribelli”. Ma da alcune voci che stanno filtrando pare che sul tavolo le proposte di espulsione siano più delle 13 lettere di richiamo inviate dopo le elezioni.
Il silenzio che si erano imposti è stato però rotto con l’arrivo del presidente della Regione Veneto, Luca Zaia, che nei giorni scorsi ha sempre suggerito una linea morbida, acclamato a gran voce e indicato dai manifestanti come loro guida. «Vogliamo la lista Zaia, sei il migliore» è stato il coro quasi unanime. Desiderio svanito sul nascere dallo stesso Zaia che ha sottolineato ai giornalisti il desiderio di un esito positivo della vicenda. «Penso - ha sottolineato - che questo non sia da evidenziare. Magari se fossi da un’altra parte mi avrebbero accolto con gli spintoni». «Spero che questa situazione - ha detto - si risolva nella maniera migliore, facendo uscire una Lega compatta. I provvedimenti disciplinari non risolvono questo problema».
Se Zaia è stato ricevuto quasi con una standing ovation, il segretario nazionale Flavio Tosi al suo arrivo è stato accolto da gelidi sguardi e da un fischio e da un solo buuuh, sfuggito per errore dai “ribelli” che avevano deciso di fare una protesta costruttiva e silenziosa
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