Il governo a caccia di 2,1 miliardi di risparmio: segnala gli sprechi

ROMA. Il supertecnico Enrico Bondi ha cominciato la sua missione. Ieri mattina il manager aretino ha avuto i primi incontri romani, ha preso posto nei suoi nuovi uffici, e si è già messo al lavoro per mettere a fuoco la colossale macchina della pubblica amministrazione di «azienda Italia», dalla quale entro 15 giorni dovrà indicare al governo come ricavare i primi 2,1 miliardi di euro di risparmi. Nei documenti del governo le prime indicazioni concrete di spending review: giustizia, istruzione, trasporti, interno e sanità.
Giustizia. Si parla nei documenti del governo di revisione delle circoscrizioni. Gli uffici del giudice di pace passeranno da 848 a 174; il risparmio atteso a regime è di 28 milioni di euro l’anno. Sui Tribunali la riforma allo studio riguarda la riduzione degli stessi, delle sedi distaccate e degli uffici di procura, per un totale di 3.600 unità di personale amministrativo da riassegnare dove vi sono carenze. L’intervento consentirà di recuperare 600-750 magistrati togati e il risparmio stimato è di 45-60 milioni di euro l’anno.
Istruzione. Si punta allo snellimento della struttura centrale attraverso l’utilizzo dei sistemi informatici, la riduzione dal 2014 del 50% di spese per fitti passivi e gestione immobili, la riduzione organici dirigenziali e riconversione dei profili. Possibile riorganizzazione della struttura territoriale con riduzione delle articolazioni provinciali e trasferimento di funzioni. Tra le indicazioni anche la razionalizzazione di distacchi e comandi personale e riequilibrio della rete scolastica regionale e della proporzione tra docenti e classi di alunni.
Trasporti. Possibile ristrutturazione della struttura territoriale con la definizione di uno standard di personale in relazione al carico di lavoro e alla dimensione della scala di attività. E ancora: riforma della motorizzazione civile. Tra le indicazioni anche quella di attuare la riforma del trasporto pubblico locale con il trasferimento alle Regioni di alcuni servizi ancora gestiti dal ministero.
Interno. L’analisi ha riguardato le strutture periferiche pari all’80% della spesa, in particolare prefetture, vigili del fuoco, polizia di Stato. La spesa analizzata è di 8 miliardi per retribuzioni, consumi intermedi e acquisto di beni e servizi. L’organizzazione su base provinciale delle attività comporta un costo di 400 milioni. La spesa pro capite è maggiore, a causa dell’incidenza dei costi fissi, nei territori con meno popolazione. Nel centro-sud la spesa per abitante è maggiore.
Sanità. Nel medio periodo un terzo della spesa pubblica considerata «rivedibile» (cioè dei 295,1 miliardi totali) è attribuita al settore sanità: 97,6 miliardi. In questo comparto sono rivedibili soprattutto i consumi intermedi, per 69 miliardi.
Stato ed enti pubblici. Un altro terzo di spesa rivedibile, pari a 05.9 mmiliardi di euro, riguarda lo Stato, e in questo comparto si guarda soprattutto alle retribuzioni lorde (rivedibili 61,9 miliardi di euro). Nella classifica degli enti, figurano poi i Comuni: 44,2 miliardi di euro, di cui 25,3 miliardi di consumi intermedi. A seguire le Regioni (20,2 miliardi di spesa rivedibile).
Una delle novità importanti è la decisione di fornire a tutti i cittadini uno strumento (il web) per segnalare sprechi al governo. Invia al Corriere la tua segnalazione degli sprechi: puoi utilizzare i commenti a questo articolo.
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