«Il governo stanzi risorse per una sicurezza reale»

Il sindacato autonomo di polizia denuncia le carenze di organico e dotazioni e lancia un appello a cittadini e alla politica: «Deve essere una priorità condivisa»
Di Alessia Forzin

BELLUNO. Uomini, attrezzature. È tutto in deficit per la Polizia di stato. E il Sap lancia insieme un allarme e un appello. Al governo, nella fattispecie, affinché nella legge di Stabilità che a breve sarà discussa si trovino i fondi necessari per garantire un livello di sicurezza dignitoso al Paese. «Il Governo dei rottamatori è intenzionato a stanziare in maniera seria risorse per uomini e mezzi? O ha per caso intenzione di rottamare la sicurezza?», si chiede il sindacato autonomo di Polizia.

Mancano uomini. Il turnover al 55% (55 nuove assunzioni ogni 100 pensionamenti) penalizza gli organici. «Oggi tra Questura e Commissariato di Cortina mancano 35 unità e i nuovi otto agenti arrivati a giugno (sei a Belluno e due a Cortina) non sono stati un incremento, bensì la sostituzione dei nove che nel frattempo se ne erano andati».

C’è una sola Volante per turno, «quando dieci anni fa se ne vedevano anche tre», continua il Sap. «E a Cortina, molto spesso, in alcuni turni non ce n’è nemmeno una».

Il problema dei controlli. Nell’ultimo periodo la provincia di Belluno ha registrato un’escalation di furti, «e ai cittadini poca importa sapere che i dati diffusi recentemente indichino Belluno come sesta provincia più sicura d’Italia nel 2015», afferma il sindacato. Che elogia «il senso del dovere dei colleghi delle Volanti, che hanno risposto positivamente alle richieste della dirigenza prolungando volontariamente - in straordinario - il servizio serale fino a tarda notte», ma si chiede: «Quanto potrà durare tale sforzo? La coperta è corta, e la statistica impietosa ci dice che la vera stagione dei furti non è ancora iniziata».

Cittadini costretti a difendersi. «E quanto potrà durare lo sforzo dei cittadini “rondisti”?», continua il Sap. «A loro va tutta la nostra solidarietà e un grazie per la preziosa collaborazione, ma anche un monito a non intervenire direttamente ma solo a segnalare». C’è una nota di imbarazzo nelle parole del Sap, «perché quando il cittadino è costretto a fare la “ronda” per difendere la sua proprietà significa che c’è qualcosa che non va. E quando – prima dei furti – succede che l’unica Volante su Belluno debba andare alle 5.30 di mattina a Pieve d’Alpago per un sopralluogo di furto perché altre pattuglie non ce ne sono, significa che c’è veramente tanto che non va».

«I caschi sono marci». Il Sap mette in fila tutto ciò che non va: «Le nostre strutture sono inadeguate e sporche; gli equipaggiamenti sono obsoleti, i caschi sono ancora oggi quelli marci; i giubbotti antiproiettile delle Volanti sono ancora quelli scaduti; i poliziotti anche quest’anno sono stati costretti a comprare di tasca loro le polo e per i nuovi arrivati a giugno non ci sono ancora le giacche a vento. Moltissimi agenti, inoltre, non si sono ancora esercitati al poligono».

L’appello. Il Sap lo lancia al governo e ai cittadini, «affinché ciascuno ci aiuti a far arrivare un messaggio ai politici in vista dell’approvazione della Legge di Stabilità, che auspichiamo possa allocare i fondi necessari al comparto di sicurezza per un’inversione di tendenza. La sicurezza interna di un Paese non può e non deve avere colore politico», aggiunge la segreteria del Sap bellunese, «ma deve essere una priorità condivisa da tutte le forze parlamentari». Sono state contattate, dal sindacato. Inutilmente.

Nessuna risposta dalla politica. A febbraio il Sap ha scritto all’onorevole Roger De Menech, «affinché promuovesse, nell’ambito della commissione Affari Costituzionali della Camera un’indagine conoscitiva» finalizzata ad accertare lo stato dell’arte. Poi sono stati contattati i consiglieri comunali di Belluno: «Nessuna risposta concreta, solo un apprezzato intervento del consigliere Bortoluzzi, un gradito messaggio di solidarietà da parte di Balcon e Pingitore e un intervento – successivo – sulla stampa del sindaco Massaro, che nell’occasione sembrava proprio non aver capito la portata della questione».

Nemmeno le lettere inviate a dicembre 2015 al Questore e alla presidente della Provincia, per suggerire di stipulare una convenzione per l’utilizzo dei lavoratori socialmente utili per ovviare alle carenze di organico dell’ufficio stranieri, hanno ricevuto risposta. E i problemi irrisolti restano numerosi.

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