Il grande Malick lascia Sappada: «Tornerà da turista»
SAPPADA. Due giorni di fuoco per Sappada, catapultata all'improvviso sulla ribalta del cinema internazionale. Le riprese del nuovo film di Terrence Malick si sono concluse martedì a tarda ora e il famoso regista americano se ne è andato portando con sé non solo un ottimo ricordo di Sappada, ma anche qualche prodotto tipico.
Le bontà di Sappada. «Verso le 17, al momento della pausa per il pranzo di tutta la troupe», ricorda Marcella Benedetti, consigliere comunale con delega alla cultura, «gli ho consegnato una cesta con i nostri prodotti: formaggi, speck, salami, e anche una piccola ceramica con la scritta Sappada-Plodn. Mi ha confidato di essersi trovato bene, sia per il set che per la sistemazione presso il B&B Le Coccole in Borgata Lerpa».
Gentilezza e riservatezza. Tanta gentilezza, dunque, senza mai venir meno comunque alla massima riservatezza, tanto che nemmeno di questo momento istituzionale esiste una fotografia. Il set è rimasto costantemente off limits, così che del regista americano in azione a Sappada esistono solo le foto scattate da Monica Bertarelli e che il nostro giornale pubblica in esclusiva.
"Radegund". Per il suo film “Radegund”, dedicato alla storia di un contadino che si ribella al nazismo, Malick ha voluto fortemente Sappada per il suo antico borgo caratterizzato da abitazioni edificate interamente in legno nello stile costruttivo “Blockbau”, cioè con l'incastro delle travi agli angoli, senza l'utilizzo di chiodi, e appoggiate su zoccoli di pietra alla base.
Prossima vacanza?. E alla fine delle riprese Malick non ha nemmeno escluso, parlando con la Benedetti, di poter tornare a Sappada per una vacanza, vista l'ottima accoglienza, testimoniata anche da come i residenti si sono messi a disposizione della troupe cinematografica.
Promosso anche il meteo. «Si è anche detto contento del tempo, e non solo per il sole del primo giorno, ma anche per le nuvole di martedì, che sono state apprezzate per il cambiamento suggestivo dei colori che hanno provocato nel corso delle riprese. E a me», conclude Marcella Benedetti, «ha lasciato un buonissimo ricordo, persona alla mano, semplice e tanto cordiale».
Il set a Cima Sappada. Presente alla piccola e informale cerimonia anche Max Pachner, presidente dell'associazione culturale “Zepodar Sende”, che ha collaborato nell'allestimento del set in borgata Cima Sappada. «Martedì abbiamo avuto più curiosi intorno al set», spiega, «perché si era sparsa la notizia delle riprese, ma è stata rispettata la consegna del massimo riserbo voluta dal regista. Io l'ho potuto vedere all'opera in qualche ripresa e mi ha colpito soprattutto la pignoleria, ma anche il modo con cui lasciava che le scene proseguissero e scorressero prima di intervenire. Quasi accompagnando lo sviluppo della storia».
Cento comparse. Un centinaio le comparse, provenienti dalla Pusteria, da Bolzano, ma anche dall'Austria e dalla Germania, che hanno alimentato l'economia locale per un paio di giorni.
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