Il Grest diventa multiculturale

A San Gregorio e Paderno i giovani africani hanno parlato dei loro Paesi
SAN GREGORIO. Bambini e ragazzi a lezione di multiculturalità.


Nelle scorse settimane i Grest, i gruppi estivi, di San Gregorio nelle Alpi e di Paderno si sono fregiati non soltanto della consueta – e buona – affluenza e dalla grande disponibilità di tanti volontari, ma anche dalla presenza di alcuni laboratori interculturali.


Per tre giovedì a Paderno e per due venerdì a San Gregorio i richiedenti asilo ospiti da novembre all’ex albergo Monte Pizzocco tramite la cooperativa Tempus di Fonzaso hanno parlato al folto gruppo di giovanissimi dei loro paesi di origine e delle rispettive usanze, per sfatare un po’ di luoghi comuni e insegnare le vere tradizioni, in uno spirito di scambio.


Questo è stato possibile anche grazie alla frequenza costante dei corsi di italiano da parte dei ragazzi in questi mesi a Feltre, che hanno permesso loro di raggiungere un livello di conoscenza della lingua tale da essere in grado di interloquire anche con i ragazzi più giovani.


Per raggiungere questo obiettivo è stato fondamentale il ruolo di un gruppo di volontari del paese, che si sono prodigati per rinforzare e sviluppare le competenze linguistiche che via via i migranti acquisivano.


Altro fattore determinante è stato il desiderio che i richiedenti asilo hanno manifestato fin da subito di integrarsi, apprendendo le tradizioni del paese ospitante.


Come dimenticare la tombola natalizia, o la festa di carnevale, la visita al museo di Seravella, la partecipazione a vari tornei di calcio e la loro unanime disponibilità a svolgere lavori socialmente utili. Anche da parte loro si è subito notato il piacere di condividere le proprie tradizioni.


Sono questi i presupposti che hanno permesso di organizzare i cinque laboratori multiculturali all’interno dei gruppi estivi sangregoriesi, dove sono stati trattati anche aspetti politici ed economici, oltre alle abitudini, i costumi, i ritmi e le danze dei paesi d’origine dei giovani migranti.


Nigeria, Costa D’Avorio, Pakistan, Guinea, Senegal, Camerun e Mali sono diventati subito luoghi meno distanti. Di grande impatto sono stati i momenti di lavoro in gruppo per realizzare i cartelloni riassuntivi e, soprattutto, i giochi e i balli, durante i quali i richiedenti asilo hanno suonato ritmi scatenati con percussioni varie, tipiche del loro paese. Esperienze ricche di autentica condivisione e integrazione da ripetere, già si pensa, anche nelle scuole.
(f. v.)


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