Il gup nega il patteggiamento a De Bacco
di Cristina Contento
FELTRE
Truffa Telecom: il giudice dell’udienza preliminare nega il patteggiamento a Domenico De Bacco, rappresentante delle ditte per contratti di telefonia. Per il gup Cozzarini, la pena di due anni (con la condizionale) proposta per chiudere la vicenda non è congrua alla gravità dei fatti contestati, tra i quali l’associazione per delinquere. Il gup ha accordato invece invece i patteggiamenti di Alberto Faoro di Arsiè, Walter Tripodi residente Maserà e Giovanni Guagliata, residente a Padova mentre ha rigettato la richiesta delle parti civili di chiamare come terzo responsabile civile la stessa Telecom: secondo il togato l’istanza può essere ripresentata in sede di dibattimento.
Nuova tappa dell’udienza preliminare sul caso che vede alla sbarra 13 imputati (tra responsabili di agenzie Telecom in Veneto e semplici dipendenti), accusati di associazione per delinquere, truffa, tentata truffa, falsi e violazione della privacy, sostituzione di persona. Oltre al feltrino De Bacco sono finiti alla sbarra Gennaro Luongo, 39 anni di Ischia (difeso dallo studio Paniz), Fabio Pravato, 51enne di Martellago (avvocato Franchini), Michele Perissinotto, 45 anni di Fossalta (avvocato Erminio Mazzucco), Alberto Faoro, trentunenne di Feltre (avvocato Luciano Licini), Walter Tripodi, 30enne di Maserà, Manuel Bazzanella di Trento, Alessandro Cappellato, 41enne residente a Legnaro, Massimiliano Zennaro di Chioggia, Nicola Stramazzo di Piove di Sacco, Giorgio Lorenz di Ponte San Nicolò e Anna Capozzi, 37enne di Padova (avvocato Mazzucco).
E’ la seconda data in calendario di questa udienza preliminare che dovrà decidere se rinviare a giudizio o meno i coinvolti che restano: ieri si è prolungata fino al pomeriggio per le arringhe dei difensori che hanno domandato l’ovvio proscioglimento e delle parti civili. Il pm Simone Marcon aveva ribadito le accuse ma domandato il proscioglimento sul reato più grave di associazione per delinquere (tranne per i primi 4) e chiesto il rinvio a giudizio per truffa, falso e violazione della privacy.
In precedenza c’erano stati tutti i patteggiamenti accordati: Alberto Faoro, considerato dall’accusa uno dei capi e promotore del castello di raggiri è stato assolto perchè il fatto non sussiste dall’accusa di associazione per delinquere mentre ha patteggiato sei mesi sostituiti da una multa di 6840 euro per il resto delle contestazioni. Il suo difensore Luciano Licini aveva chiesto il proscioglimento per tutti i reati e in subordine il proscioglimento per l’associazione e la multa per il resto. Patteggiamento di 7 mesi per il padovano Walter Tripodi e di 8 mesi per Giovanni Guagliata, anch’egli residente a Padova (per loro le multe vanno da 240 a 400 euro).
Ha chiesto invece il rito abbreviato Manuel Bazzanella, trentino per il quale il pubblico ministero aveva domandato il proscioglimento. La decisione del gup nei suoi riguardi è rinviata a dicembre, data nella quale sarà celebrata l’ultima udienza e il gup deciderà sui rinvii a giudizio degli altri nove coinvolti nell’inchiesta.
Le novità, ieri, hanno riguardato anche l’ennesima costituzione di parte civile con l’avvocato Daniele Tormen: quella di una associazione di Follonica, il Centro aiuto alla vita; e l’istanza di chiamata in responsabilità civile della Telecom da parte delle parti civili. Il gup Cozzarini ha rigettato l’istanza: può essere ripresentata anche all’inizio del dibattimento eventuale. Il verdetto ultimo a dicembre.
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