«Il ladro delle offerte si è pentito»
COMELICO. «I soldi rubati sono tornati».
L'annuncio è stato dato da don Fabio Fiori, il parroco di Danta. «Non posso entrare nei particolari del come e perchè la vicenda si sia risolta al meglio per una questione di riservatezza, dovuta anche al mio ruolo. Ma, come ho annunciato domenica scorsa alla comunità parrocchiale in occasione della messa, i soldi delle offerte raccolti alla festa dell'Immacolata, e spariti subito dopo dalla sagrestia, sono stati restituiti. E, in fondo, questa è l’unica cosa che davvero conta».
Si tratta di una somma superiore ai 400 euro e l'episodio aveva destato una grande amarezza. In occasione dell'8 dicembre c'era stata, infatti, una grande festa a Danta per salutare la fine del primo stralcio di lavori di consolidamento della chiesa intitolata ai Santi Rocco e Sebastiano; tanta la gente accorsa e tanti i soldi della questua che però, in un attimo, erano spariti da un cassetto, lasciando allibiti il sagrestano, il parroco, i fedeli e tutti i paesani, man mano che la notizia correva di bocca in bocca e invadeva le strade dal paesino. «Avevo deciso subito di non sporgere denuncia», ricorda don Fabio, « proprio perché confidavo nel ravvedimento di chi aveva fatto questo gesto; mi rifiutavo, insomma, di perdere la fiducia nelle persone, nella loro capacità di riscattarsi. Speravo che l'interessato si mettesse una mano sul cuore e riflettesse».
Così ha atteso fiducioso.
«E sono molto felice», prosegue don Fabio, «di aver visto giusto. Voglio ringraziare di cuore tutti i parrocchiani per le loro preghiere e perché hanno condiviso la mia decisione; ed anche il Corriere delle Alpi che, pubblicando la notizia con grande risalto, anche in prima pagina, probabilmente ha contribuito a scuotere quella coscienza». Altro non vuole aggiungere il parroco. Obblighi del suo ministero sacerdotale. Forse anche un impegno preso con il diretto interessato? «Non è questo l'importante, dal mio punto di vista. Da questa storia emerge invece un insegnamento che a me, come sacerdote, preme molto e che credo valga per tutti: il riscatto è possibile quando si fa parlare la propria coscienza. Anche dopo la caduta più rovinosa ci si può rialzare. Ora quindi non ci resta che gioire, non solo e non tanto perché abbiamo riavuto indietro i soldi delle offerte, quanto perché chi ha sbagliato si è accorto dell'errore ed ha provveduto a riparare. Ed il paese ha dato una prova di grande maturità, con una eccezionale partecipazione, prima caratterizzata dallo sdegno e poi dalla comprensione».
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