Il lago di Alleghe è pieno di materiale da rimuovere e ha poca acqua

Il sindaco De Biasio: «Svuotarlo diventa imperativo» Operazione importante per il paesaggio, turismo e sicurezza

ALLEGHE

C’è chi dice che la superficie si sia ridotta addirittura di un terzo, di certo a causa dell’alluvione il lago di Alleghe si è riempito di tantissimo materiale.

«Ora – dice il sindaco, Siro De Biasio – svuotarlo diventa un imperativo sia dal punto di vista paesaggistico che turistico oltre che, ovviamente, per la sicurezza».

Si è parlato molto, infatti, dei Serrai di Sottoguda, canyon naturale frequentato sia d’estate che d’inverno, la cui strada è stata mangiata dal torrente Pettorina in piena. Anche il lago di Alleghe, tuttavia, rappresenta un elemento caratteristico e identificativo di Alleghe e della vallata del Cordevole e non può essere dimenticato.

Ieri mattina il sindaco di Alleghe ha incontrato il responsabile della protezione civile nazionale e l’assessore regionale Gianpaolo Bottacin: «Ho ricordato loro l’importanza del lago», spiega De Biasio. Che aggiunge: «Mi hanno assicurato che a breve verrà fatto un incontro con i sindaci per elencare quelle che dovranno essere le necessità del post-emergenza».

Come sottolinea anche il sindaco, il lago, nato nel 1771 in seguito alla frana dal monte Piz, non rappresenta un’emergenza. Semmai l’aveva rappresentata la sera di lunedì 29 ottobre quando si era alzato di due metri, aveva allagato la strada che lo costeggia, le abitazioni e lo Sport Hotel Europa adiacenti.

Sergio Pra, proprietario dell’hotel, aveva posto la questione del perché il livello del lago non fosse stato abbassato.

«Non so se e di quanto Enel lo abbia abbassato – dice De Biasio – so di certo che il sabato prima dell’alluvione avevo chiesto lo facesse». Ora che le acque sono calate, il lago mostra, però, le sue di ferite. «È pieno di roba – commenta il sindaco alleghese – ci sono limo, fango, detriti, ghiaia, legname di vario tipo. Non può rimanere così a lungo, intanto per una questione di sicurezza, perché se dovesse venire ancora tanta pioggia ci sarebbero dei nuovi problemi. E poi sia paesaggisticamente che turisticamente il lago rappresenta un punto di forza. L’aspetto con cui si presenta adesso non è certo all’altezza della sua fama».

Il lago era stato dragato una decina di anni fa, ora bisognerà trovare le risorse per una nuova pulizia che richiederà uno sforzo consistente giacché sono in tanti a sostenere che un terzo del lago sia scomparso.

Turisticamente è stato sfruttato a partire dalla fine dell’Ottocento, ma come ricorda lo studioso di storia locale, Celestino Vallazza, «è dagli ’30 del secolo scorso che l’interesse dei turisti è cresciuto».

Non che il lungolago pulluli di attività commerciali, ma il fascino dell’acqua nella quale si specchia il Civetta attrae di suo i visitatori per una foto, un selfie, un’uscita in pedalò per un momento di svago all’aria aperta, così come una passeggiata sul lungolago. Dove qualche danno è stato comunque registrato, in particolare dalla parte di Rocca Pietore. Oltre questo c’è tutta la partita legata alla fauna ittica e alla pesca sportiva.

«I cigni oggi – dice Vallazza – si muovono sull’isoletta e le trote sono state viste morte nel Cordevole. Difficile possano essere sopravvissute e sopravvivano in condizioni simili, con un’acqua così sporca».

Anche il tal senso la rimozione del materiale rappresenta se non un’urgenza, una necessità, perché il numero di pescatori che andavano al largo per dedicarsi al loro hobby erano parecchi.

Rimane da considerare, infine, la questione della spiaggetta di Zunaia, cancellata dalla piena del torrente omonimo. «Lì – chiude il sindaco Siro De Biasio – si sta operando per rimuovere tutto il materiale e poter quindi un domani ripristinare la spiaggia». —



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