Il lavapiatti tentò di baciare la stagista e finisce a processo
CORTINA. Lavapiatti importuna la stagista. Un marocchino, che lavorava in un ristorante di Cortina, è finito in tribunale per tentata violenza sessuale nei confronti di una 16enne, che in quel...
CORTINA. Lavapiatti importuna la stagista. Un marocchino, che lavorava in un ristorante di Cortina, è finito in tribunale per tentata violenza sessuale nei confronti di una 16enne, che in quel momento si stava formando come aiuto cuoco. Era una notte di febbraio di due anni fa, quando alla fine della giornata, i due si sono trovati in una saletta per fumatori e attrezzata con due porte. Secondo il racconto della ragazza, l’uomo sarebbe uscito da una parte, entrato dall’altra e con la scusa di un accendino avrebbe tentato prima di baciarla e poi di metterle le mani addosso. Tutto questo accompagnato da parole irripetibili. Lei sarebbe rimasta impietrita, poi in qualche maniera è riuscita a liberarsi da quella stretta sgradita.
Durante le indagini, la studentessa è stata sentita in audizione protetta, con l’assistenza di una psicologa e i carabinieri hanno fatto anche un sopralluogo, allestendo un fascicolo fotografico. L’uomo lavorava nella struttura ormai da alcuni anni e non aveva mai dato problemi, mentre la ragazza stava facendo formazione. Subito dopo i fatti, si è ritirata nella sua stanza, confidandosi con la barista. È stata quest’ultima a raccontare per prima al gestore del locale quello che era successo.
La giovane ha passato una notte insonne e il giorno dopo si è interrotta la sua esperienza lavorativa, mentre il marocchino ha continuato a operare fino alla chiusura dell’attività pochi mesi fa. Nel corso dell’udienza di ieri sono emersi altri particolari. La barista era dipendente del ristorante e ovviamente conosceva il collega. Ha raccontato in aula che era molto affettuoso con le donne e spesso cercava di avere un contatto fisico. Un tentativo ci sarebbe stato anche con lei. Ha anche detto che forse c’era stato un precedente tra l’imputato e la parte offesa, nel senso che lui sarebbe entrato nel bagno, mentre lei stava facendo la doccia. Un piccolo incidente, in fondo, rispetto a quello che può essere successo a distanza di qualche giorno e andrà dimostrato nelle prossime udienze.
Il titolare dell’attività ha più volte chiesto al dipendente africano se davvero non fosse successo niente e ha ricevuto convinte rassicurazioni. E non ci sono state ripercussioni professionali.
Il pm Marcon e il difensore Nicolai hanno a lungo discusso su una porta e la relativa chiave appesa a un chiodo, prima che il giudice Coniglio multasse un maresciallo di 100 euro e i genitori della ragazza di 60 euro a testa, perchè non hanno adeguatamente motivato la loro assenza.
Prossima udienza a mezzogiorno del 23 maggio.
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