«Il lavoro non manca ma non troviamo personale»
Molti locali del listòn sono sotto organico malgrado buone paghe e tutele. Zanolla: «Siamo pochi e bisognerà accorciare l’orario o chiudere un giorno»
BELLUNO. «Cercasi personale». Che non si trova. In un passato neanche tanto remoto, un cartello con una scritta così invitante sarebbe stato guardato come si guarda una torta al cioccolato. Seguiva la ricerca del padrone di casa, con la prima penna biro a portata di mano: «Dove si firma il contratto, magari anche a termine?». I tempi non sono più quelli, anche adesso che la crisi economica morde con meno violenza. Bar e pasticcerie del centro sono sotto organico e rischiano o di chiudere un giorno alla settimana o di ridurre l’orario di lavoro.
Tra i locali con vista sul listòn, la situazione più clamorosa è quella del caffè Manin, dove quel cartello sta ingiallendo, proprio davanti al reparto pasticceria: «Non si trova gente che abbia voglia di lavorare», allarga le braccia la gestrice Mirta Zanolla, «non ci sono giovani disponibili a fare fatica per sei giorni su sette, malgrado la paga sia interessante. Se andremo avanti così, saremo davvero costretti a prendere dei provvedimenti drastici: chiudere un giorno o accorciare l’orario di lavoro».
Tra un caffè e uno spritz, dietro al banco o sulla terrazza, bisogna pedalare, per accontentare una clientela che si aspetta un servizio non solo cortese, ma anche puntuale, diversamente se ne va da un’altra parte. Le forze non bastano e i turni si allungano: «Adesso siamo in otto, ma dovremmo essere in 13, questo significa che l’organico è in sofferenza di cinque persone. I ragazzi che ho alle dipendenze timbrano il cartellino all’ingresso e all’uscita, coprono uno dei tre turni da sette ore e vengono pagati 1.200 euro in busta paga, oltre agli straordinari. Non credo che possano lamentarsi del trattamento economico, il fatto è che devono sobbarcarsi anche il lavoro di chi dovrebbe essere al loro fianco, che non riusciamo proprio a trovare. So che è un problema comune, non è soltanto nostro».
Nell’ufficio non mancano i curricula, anche con foto molto accattivanti, ma dopo il colloquio... «La maggior parte si tira indietro, perché vorrebbe fare la settimana corta. La richiesta di un sacrificio non viene quasi mai accolta, di conseguenza mi tocca sentire le scuse più stravaganti. Poi è vero che sono esigente e voglio che il mio locale funzioni bene, ma questo dovrebbe essere un aspetto del tutto normale».
Il ricorso alle agenzie di lavoro interinale non paga. E allora cosa fare? «Non si trova qualche buon candidato nemmeno in agenzia e allora andrà a finire che dovremo fare delle scelte diverse. Mi piacerebbe continuare a offrire un servizio il più possibile esteso e continuato, ma difficilmente si potrà andare avanti così. Mi sembra una condizione del tutto surreale».
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