Il maltempo sul BelluneseGrandine e tetti scoperchiati
Allagamenti, tetti scoperchiati, alberi sulle linee elettriche, sui fili del telefono e sulla sede stradale: almeno una trentina gli interventi dei vigili del fuoco
BELLUNO.
Un copione che si ripete. Dopo
che domenica ha devastato l’abitato di Losego a Ponte nelle Alpi, ieri pomeriggio è toccato a Castion. Modolo, Pedecastello, San Cipriano e Faverga le zone più martoriate. Allagamenti, tetti scoperchiati, alberi sulle linee elettriche, sui fili del telefono e sulla sede stradale: almeno una trentina gli interventi dei vigili del fuoco.
Dalle 15.30 i pompieri non hanno mai smesso di lavorare. Sul posto anche il sindaco di Belluno, Antonio Prade, con il comandante della Polizia locale, Gustavo dalla Ca’. Nel giro di pochissimi minuti si è rovesciata sulla città una quantità spaventosa di pioggia, mista a grandine.
Danni anche in piazza dei Martiri: mentre i baristi ritiravano velocemente i tendoni, si sono rovesciate fioriere e si è rotta una vetrina.
A Castion in molti hanno passato il pomeriggio con il secchio in mano per cercare di togliere l’acqua dalle cantine e dalle autorimesse sotterranee. E per un attimo qualcuno ha rivissuto l’incubo dell’alluvione del ’66.
«Sembrava una tromba d’aria» ha riferito la proprietaria dell’agriturismo Sant’Anna «c’erano grandine, forte pioggia e il vento che ha divelto molti alberi. Si sono danneggiati i fili del telefono e alcune case sono rimaste isolate. Nei campi il raccolto è rovinato, era tutto buttato a terra. C’era acqua che entrava un po’ dappertutto. Sono venuti i pompieri c’era la strada di Pedecastello interrotta in due parti per degli alberi caduti».
«Anche il nostro ristorante è stato allagato» ha spiegato la cameriera della pizzeria “Al Terzo Millennio” di via Nongole «per fortuna poi ha smesso e siamo riuscitti a buttare fuori l’acqua, per asciugare abbiamo gettato a terra tovaglie e strofinacci. E’ durato una ventina di minuti, è successo tutto in modo repentino, non abbiamo fatto in tempo a prepararci».
Nel frattempo sono continuati anche ieri, per tutta la giornata, gli interventi per i danni causati dalla forte grandinata che, domenica fra le 18.30 e le 19.30, ha investito l’alta Val Belluna, l’Alpago, ma soprattutto la dorsale che scende dal Nevegal verso Ponte nelle Alpi.
Massiccio spiegamento di forze a Losego che conta poco più di 300 abitanti e che ha avuto una settantina di abitazioni colpite. Nella piccola frazione sono caduti chicchi di grandine del diametro anche di 5-6 centimetri, con effetti disastrosi su edifici, colture e autovetture parcheggiate all’aperto.
Nel piazzale della cooperativa i vigili del fuoco hanno installato una postazione mobile dove la gente si è potuta rivolgere per chiedere interventi. Sul posto anche le squadre del Soccorso alpino, 25 volontari della Protezione civile di Ponte nelle Alpi, Soverzene, Alpago e Belluno.
E’ rimasto lì, tutta la notte, il sindaco di Ponte nelle Alpi, Roger De Menech. «Quando sono arrivato con gli operai» ha raccontato «in certi punti c’era un metro di grandine». La violenta tempesta ha fatto crollare le temperature di quasi 15 gradi nel giro di poche ore. Dai dati, forniti ieri dall’Arpav, a Belluno-aeroporto, ma anche nelle altre zone colpite dai temporali, si è passati dai 32 gradi e mezzo delle 16.45 ai 17 gradi e 8 delle 19.25.
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