Il malumore dei feltrini «Deroghe dove hanno voluto»
FELTRE. Non era quella che si aspettava il comitato pro-ospedale di Feltre, la scelta intrapresa dal governatore Zaia per le Usl di montagna.
Il presidente Gianmario Dal Molin, con il seguito di tutte le associazioni del Feltrino, aveva sperato nella terza via, quella della deroga. Deroghe che, ci tiene a sottolineare, «dove hanno voluto, sono state fatte. Non sono state fatte invece dove esistevano i presupposti per il mantenimento di una valenza extraregionale, come nel caso del Santa Maria del Prato».
E il presidente Dal Molin, navigato uomo del management sanitario come direttore sociale prima e direttore generale poi dell'Usl negli anni novanta, non le manda a dire: «Credo che Zaia e Mantoan e i loro vassalli bellunesi avranno in eterno la "damnatio memoriae" dei feltrini e spero dell'intero Veneto. Come comitato pro ospedale faremo d'ora innanzi tre cose: continuare in ogni modo a contrastare questo disegno; segnalare di continuo le inevitabili future e certe distorsioni del sistema e invitare i feltrini a ricordarsene al momento delle elezioni a palazzo Balbi, perchè tutti siamo in qualche modo responsabili di quello che sta accadendo».
Non manca l'incoraggiamento al nuovo direttore generale di quella Usl unica che si chiamerà Dolomiti, Adriano Rasi Caldogno, che si prenderà in carico il mega-onere per tre anni, rinnovabili a cinque, con un anno di commissariamento di Feltre, quasi in funzione di Caronte, di traghettatore: «Sul piano personale facciamo ad Adriano Rasi, con il quale i rapporti sono sempre stati corretti e speriamo lo possano essere in futuro, i migliori auguri per un impegno certamente molto più pesante, auspicando che alle sue doti di signorilità, cortesia e compostezza si contrappongano anche quelle sinora meno emerse di energia, autonomia e autorevolezza sia nei confronti dello staff interno che della Regione».
«Con Rasi abbiamo lavorato bene, in questi tre anni», ammette il presidente della conferenza dei sindaci, Paolo Perenzin. «Adesso anche per noi è il momento di vigilare sull'applicazione di una legge di riordino delle Usl e in particolare sulle ricadute del commissariamento dell'azienda feltrina, affinché non siano contratti i servizi e non si invalidino la valenza extraregionale dell'ospedale e i rapporti, storici e consolidati, con le realtà che all'Usl 2 si riferiscono, prima fra tutte il Primiero». Si è corso il rischio di una nomina estranea. Il fatto che il dg della futura Dolomiti sia persona che proviene e conosce il territorio, mette il cuore in pace a feltrini e bellunesi, secondo Fabio Zuglian, segretario funzione pubblica Cisl. «Con Rasi Caldogno e la sua dirigenza ci siamo presi reciprocamente le misure e ritengo avremo modo di collaborare in maniera proficua a tutela dei lavoratori. Perché è proprio sul senso di appartenenza e sulla gratificazione dei lavoratori che, nel nostro territorio, fonda la qualità dei servizi». (l.m.)
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