Il manifatturiero continua a crescere grazie all’export

Dati positivi anche negli ultimi tre mesi dell’anno restano il nodo dell’occupazione e delle piccole aziende

BELLUNO. Il manifatturiero cresce in provincia di Belluno più che nel resto del Veneto. Ma non si placano le preoccupazioni sul versante occupazione.

È il quadro tracciato dall’ultima indagine “Veneto Congiuntura” realizzata da Unioncamere del Veneto in collaborazione con Confartigianato. La rilevazione, condotta tra il 7 gennaio e il 3 febbraio su un campione regionale di 2.252 imprese con almeno due addetti, ha messo in luce un quadro incoraggiante: negli ultimi tre mesi del 2014 la variazione tendenziale (cioè rispetto allo stesso periodo del 2013) della produzione industriale del manifatturiero bellunese è stata del +5,2%, di gran lunga superiore al Veneto (+1,7%) e in continuità con quanto osservato nel trimestre precedente (+4%).

Un dato positivo che è comunque condizionato dalle performances delle imprese più strutturate. Sono infatti ancora deludenti i risultati delle aziende minori: +0,8% quelle con meno di 10 addetti e addirittura -1,8% quelle con un numero di addetti compreso tra 10 e 49. Questo perché, mentre le piccole realtà sono costrette a fare i conti con un mercato interno asfittico, le grandi aziende posso contare sul boom dell’export, in continua espansione. Basti pensare che il fatturato estero per le imprese bellunesi è stato nell’ultimo trimestre 2014 in netta crescita: +12,5%, rispetto al 5,2% del Veneto. E se produzione e fatturato hanno registrato un segno più, l’occupazione non va di pari passo: dopo il movimento negativo che ha gravato su tutto il 2014, le aspettative a tre mesi denunciano un mercato del lavoro ancora sotto pressione.

Diminuiscono infatti le aziende che prevedono di mantenere inalterata la forza lavorativa e il saldo tra chi assume e chi licenzia è tornato in terreno negativo. Insomma, la fase critica è ben lungi dall’essere superata. E per quel che accadrà nei prossimi tre mesi gli imprenditori sono pessimisti. Da parte sua Luigi Curto, presidente della Camera di commercio di Belluno e di Confartigianato Imprese Veneto, sottolinea che «se l’atteggiamento dei nostri imprenditori appare in buona parte improntato all’attendismo, dati alla mano è altresì incontestabile, e con riscontri costantemente migliori rispetto al Veneto, come nella seconda parte del 2014 in provincia si siano realizzati dei progressi. È necessario per contro ribadire che durata e virulenza della crisi hanno causato danni strutturali assai gravi all’economia provinciale, la quale impiegherà parecchio tempo prima di potersi nuovamente attestare sui livelli pre-crisi».

Un piccolo passo verso questa direzione è stato compiuto nel 2014. «Certo, resta grave e pressante la crisi dell’occupazione», continua Curto, «ma nei primi mesi del 2015 a spingerci verso un misurato ottimismo sono le previsioni sull’andamento della produzione del settore dei macchinari, segno evidente che le imprese sono intenzionate a investire nelle loro attività e guardano con maggiore fiducia al futuro. Anche la crescita dell’economia statunitense rappresenta un ulteriore elemento a favore dell’espansione economica provinciale. Gli imprenditori potrebbero imboccare con maggior decisione la strada dell’investimento in innovazione e nei mercati esteri, di importanza strategica anche per le piccole imprese». (m.r.)

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