Il marito tradito si fa giustizia da solo
AURONZO. Un amore clandestino in auto. Finito a botte da orbi con da una parte il marito tradito e il figlio di rinforzo e dall’altra l’amante dell’ormai ex moglie.
Tutto sotto gli occhi della donna, che non poteva immaginare di essere tanata in quella maniera imbarazzante. In tribunale, si è raccontata la porzione di storia che parte dall’imputazione per lesioni personali e violenza privata a carico di padre e figliolo. Ma, a dirla tutta, sono in corso o sono finiti altri due procedimenti, di cui uno dal giudice di pace, perché la parte offesa non le ha solo prese, ma si è premurato anche di darle. Secche.
La scena della questione d’onore è la romantica Auronzo, dove abita da emigrante A.F., un cinquantaduenne arrivato dal Molise. Un uomo non proprio del Sud, ma poco ci manca; e, pertanto, più sensibili che in altre latitudini alle questioni che riguardano la fedeltà coniugale. Ha sposato una donna locale, dalla quale ha avuto un figlio e dopo alcuni anni di matrimonio ha il sospetto che lei gli metta le corna con un comeliano dal nome e cognome piuttosto lunghi e da abbreviare per comodità in D.Z.; e allora si organizza per beccarli insieme. Con una discrezione da investigatore privato, conta di togliersi qualsiasi dubbio, ma non è ancora in grado di valutare che reazione potrà avere. Non sarà contento, questo è sicuro, ma nemmeno si metterà a rispolverare il vecchio delitto d’onore.
La sera del 29 novembre del 2009 fa un freddo cane, in riva al lago di Santa Caterina e i due amanti si fanno aggredire dalla voglia di stare insieme e avere qualche bel momento d’intimità. Non cercano uno dei quegli alberghi che magari non lasciano tracce sulle fedi nuziali, ma preferiscono rimanere in auto, naturalmente con la complicità dell’impianto di riscaldamento. D.Z. non spegne neanche il motore, giusto per non giocarsi la batteria.
Nessuno si aspetterebbe mai quello che sta per succedere. Il marito tradito piomba sull’autovettura, spalanca la portiera sul lato di guida e, tanto per cominciare, strappa le chiavi dal cruscotto, come vengono vengono, causando anche dei danni. Poi trascina fuori dall’abitacolo il nuovo spasimante e, aiutato da G.F. cerca di dargliele di santa ragione, colpendolo sia al volto e sia al corpo. D.Z. ha appena il tempo di rendersi conto di essere stato scoperto e non ci sta a farsi picchiare, anzi mena anche lui e ne nasce una colluttazione piuttosto violenta, che gli costerà lesioni guaribili in alcuni giorni. La donna assiste alle legnate fra i tre uomini, seduta sul posto del passeggero. Naturalmente impaurita.
Padre e figlio sono difesi dall’avvocato Mauro Gasperin in sostituzione di Marco Cason; ieri mancava il legale della parte offesa Eugenio Ponti, di conseguenza al giudice Cristina Cittolin non è rimasto altro da fare che rinviare all’udienza del 10 marzo, alle 9.15, di nuovo al terzo piano del palazzo di giustizia.
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