Il marocchino espulso stava per tornare libero

Ismail Yachou avrebbe finito di scontare la condanna per tentata rapina.  I difensori: «Non aveva simpatie per l’Is, ora cinque anni lontano dall’Europa»
gian paolo perona- perona- belluno- carcere di baldenich
gian paolo perona- perona- belluno- carcere di baldenich
BELLUNO. Carcere - Casablanca in manette. Ismail Yachou avrebbe dovuto tornare in libertà venerdì scorso, dopo un anno in cella a Baldenich per la tentata rapina da un euro all’anziano di Lentiai. Stava per scontare interamente la pena dimezzata dalla Corte d’Appello (due anni in primo grado), ma il giorno prima è arrivato a Baldenich il decreto di espulsione firmato dal prefetto Francesco Esposito, per vicinanza al sedicente Stato islamico, in particolare ad Anis Amri, il terrorista che il 19 dicembre dell’anno scorso ha provocato 12 morti e 56 feriti, travolgendoli con un camion al mercatino di Natale di Berlino. L’uomo venne poi ucciso dalla polizia italiana pochi giorni dopo, a Sesto San Giovanni.


Ma già la perizia psichiatrica fatta dal dottor Tullio Franceschini, ai tempi di quell’elemosina negata, con successivo danneggiamento della macchina e dello sportello bancomat, aveva messo in evidenza una personalità molto religiosa, per non dire estremista e facilmente influenzabile. Un integralista, che pregava moltissimo, ma all’epoca non aveva ancora esternato alcuna solidarietà all’Is. Una volta in carcere, avrebbe tenuto un comportamento aggressivo e violento, ma quello che più ha fatto allarmare sia i compagni di cella che gli agenti della polizia penitenziaria sono state le parole di adesione all’attentato jihadista nella capitale tedesca.


Yachou è sempre stato assistito d’ufficio e a gratuito patrocinio a spese dello Stato dagli avvocati Roberta Resenterra e Liuba D’Agostini e i due difensori non hanno fatto nemmeno in tempo a vederlo. Vista l’urgenza del decreto, l’uomo è stato preso in consegna da una pattuglia della polizia inviata dal questore Lucio Aprile, accompagnato all’aeroporto Marco Polo di Venezia e imbarcato su un volo diretto a Casablanca, con un biglietto emesso pochi minuti prima.


A quanto si sa, in Marocco è un uomo libero, ma con delle restrizioni, se dovesse decidere di espatriare per qualsiasi motivo: «Per i prossimi cinque anni, non potrà circolare nell’area Schengen», spiega D’Agostini, «il principale divieto è questo. Mi auguro che la sorella che vive da quelle parti possa occuparsi di lui, da parte nostra abbiamo fatto tutto quello che ci ha consentito la legge. Per quello che lo conosco io, è un ragazzo che prega tantissimo, ma francamente non aveva mai mostrato alcuna simpatia per il Califfato, altrimenti ce ne saremmo accorte, comportandoci di conseguenza. È un ragazzo che ha avuto davvero poco dalla vita».


Ventisei anni, di Loudin, Ismail Yachou è il secondo marocchino residente nel Bellunese espulso, dopo Anass Abu Jaffar, che era stato indagato per reclutamento con fini di terrorismo anche internazionale, nella vicenda dei foreign fighers Ismar Mesinovic e Munifer Karamaleski.


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