Il medico: «Non è da escludere una malformazione cardiaca»

SEDICO. Visita, defibrillatore, ambulanza. Tutto fa pensare che la morte di Davide Cattonar sia stata una disgrazia, che non si poteva prevedere. Che il possibile sia stato fatto. Lo pensa Gianluca...

SEDICO. Visita, defibrillatore, ambulanza. Tutto fa pensare che la morte di Davide Cattonar sia stata una disgrazia, che non si poteva prevedere. Che il possibile sia stato fatto. Lo pensa Gianluca Rossi, un medico che si è occupato di calcio nell’ambulatorio del Belluno di serie D e pratica ancora la fatica del triathlon: «La presenza del defibrillatore è di per sé molto importante, basti pensare che non era stato usato, quando morì il giocatore del Livorno, Piermario Morosini e per questo ci sono state delle condanne penali. Ma ci possono essere diversi problemi, dietro una morte su un campo da calcio».

La visita è necessaria a giocare, tanto per cominciare: «Prevede anche la prova sotto sforzo, che però non è in grado di mettere in evidenza le malformazioni congenite. Una volta superati i 40 anni, la situazione può essere aggravata anche da un’arteriosclerosi, che è in grado di chiudere le coronarie e provocare la morte».

Questione anche di ruolo. Un conto è un giocatore di fascia, che fa il pendolino da una metà campo all’altra o un centrocampista di fatica che rincorre tutti gli avversari e un altro il portiere, che svolge una preparazione e un riscaldamento tutti suoi: «Questo è assolutamente vero. Il portiere non deve correre avanti e indietro, ma è sottoposto a sollecitazioni diverse, non per questo meno stressanti. A volte, può bastare anche la ricorsa per un rinvio, se poi fa freddo o il giocatore si concede qualche sigaretta o ancora ha il colesterolo alto. Questi sono tutti fattori che possono condizionare non solo la sia prestazione, ma anche la sua vita».

L’autopsia farà chiarezza sulla morte di Cattonar, per il momento si possono fare soltanto delle ipotesi: «Non conosco il caso specifico, naturalmente, ma vista dal mio punto di osservazione posso pensare che la responsabilità sia di una malformazione cardiaca, per la quale non bastano mezzi di indagine come la visita». (g.s.)

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