Il mercato della casa è in ripresa ma solo per l’usato

Per Ivan Damian (presidente Fiaip) l’edilizia è ferma «Tanti bellunesi si rivolgono agli abusivi, occhio ai bidoni»
Di Francesco Dal Mas

BELLUNO. I bellunesi, nonostante la crisi, continuano a comprare casa, meglio l'usato. Lo fanno, in larga maggioranza, le famiglie - che si confermano ancora un volta il motore dell'economia e del comparto immobiliare in particolare - e le coppie, piuttosto che i single. Ma le nuove case restano un miraggio. Tanto meglio per chi teorizza il consumo zero del territorio, ma neppure il restauro sta emergendo. Quindi il mercato della residenza resta istituzionalmente nel limbo, seppur favorito dalle banche e dai prezzi che dal 2008, quindi nel periodo della crisi, in provincia di Belluno hanno registrato un taglio drastico del 25%, con punte fino al 40 per cento. Sono calati perfino a Cortina, dove, fino a prima della crisi, si spendevano anche 28 mila euro a mq, oggi invece si oscilla tra i 13 mila ed i 15 mila.

Ivan Damian, il presidente degli agenti immobiliari della provincia di Belluno, è preoccupato. «Diciamo pure allarmato», precisa, nella considerazione che il mercato è tanto più in difficoltà perché cresce l'abusivismo, le banche si stanno aggrappando anche a questo bene rifugio, cercando di gestirlo direttamente, e la compravendita su internet, all'insegna spesso dell'improvvisazione, sta spopolando, nonostante i bidoni. Sono fresche di stampa le rilevazioni della Regione Veneto, molto puntuali, perché nel caso della provincia di Belluno è coinvolta una quindicina di agenti immobiliari per censire l'andamento del mercato.

Nell'ultimo anno l'offerta di case in vendita, nel Veneto, è aumentata dell'11%, le transazioni effettive si sono fermate al 6%. Dati comunque positivi, ma i prezzi continuano a calare. Ecco, dunque, il motivo delle vendite in aumento, circostanza che trova riscontro anche nei tassi piuttosto bassi praticati dagli istituti di credito.

Ma chi compra casa nel Bellunese? Sorprende che per il 15% l'acquisti chi ha meno di 30 anni. Più comprensibile che il 52% abbia fra i 30 ed i 50 anni e che il 36% sia di un'età ancora superiore. In tempi di unioni civili e coppie di fatto, è altrettanto sorprendente che ad acquistare casa siano appunto famiglie per il 64% e per il 27% coppie, solo l'11 per cento i single. Il 44,6% degli acquisti fa riferimento alle due camere, il 20 per cento alle tre. Appartamenti, dunque. Sulla villa investe soltanto il 7,4% degli acquirenti, sul singolo edificio l'uno per cento.

«Attenzione», mette le mani avanti Damian, «tante di queste scelte sono seconde case per il turismo». Il 36% degli acquisti si concentra sulla prima casa, il 18% sulla seconda, nel senso che l'interessato vende il primo alloggio perché lo trova inadatto alla sua condizione.

Interessante anche le opzioni in base alla certificazione energica. Solo una casa ogni cinque viene scelta perché in fatto di consumi energetici è al top del risparmio. Il 31 pare costretto a fermarsi sulla classe più bassa, conosciuta con la sigla “G”.

Da questi dati, il mercato immobiliare si presenta come in movimento positivo. Invece no, stando all'analisi di Damian, perché in provincia l'offerta maggiore riguarda l'usato. E l'edilizia è praticamente ferma, paralizzata.

I prezzi in un anno sono calati del 4,6% e le banche sono più generose con i finanziamenti sul mattone, ma le famiglie e in particolare le giovani coppie hanno la disponibilità solo di farsi un vecchio appartamento. Questi dati lo dimostrano: le transazioni da privato a privato ammontano ormai al 91,30 per cento. «Consumare meno territorio è una conquista, ma», sottolinea Damian, «questi dati confermano che sono al palo anche i restauri».

Sulle macerie della crisi si avventano, come avvoltoi, gli abusivi, che in tanti casi consigliano bidoni. Ecco perché Damian e i suoi agenti immobiliari, quelli riconosciuti anche dalla federazione, invitano gli acquirenti a fare scelte oculate e a farsi consigliare solo dagli “istituzionali”, che hanno il dovere morale, oltre che economico, di rappresentare l'imparzialità tra la domanda e l'offerta. E sui cieli delle Dolomiti di avvolti ne volano fin troppi.

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