Il metal detector sguarnito: lasciano le forze di polizia
BELLUNO. Nessuno al metal detector. Gli ultimi due carabinieri hanno finito ieri pomeriggio il loro servizio, all’ingresso del palazzo di giustizia. Stamattina non ci dovrebbero essere forze di polizia appena dopo la bussola. E addio alle misure di sicurezza all’ingresso del tribunale e della procura della Repubblica. Del resto, nella riunione in prefettura di un mese fa, la stessa Arma, polizia di stato e provinciale, Guardia di finanza e forestale avevano dato la loro disponibilità a tempo determinato e compatibilmente con le esigenze sul territorio.
Nel frattempo, una trattativa tra la Procura generale e l’istituto di vigilanza privato Mondialpol è naufragata per motivi economici. Il presidente del Tribunale, Antonella Coniglio, è preoccupata e sollecita una soluzione, a otto mesi dalla sparatoria di aprile al palazzo di giustizia di Milano: «Da oggi non possiamo più contare sulla vigilanza a questo prezioso strumento che è il metal detector. Spero che qualcosa succeda, già nei prossimi giorni», auspica, «non ci saranno carabinieri e agenti di polizia, come stabilito a suo tempo nella riunione in prefettura, di conseguenza stiamo cercando una soluzione diversa e soprattutto praticabile».
Le competenze sulla vigilanza sono passate dal Comune di Belluno al ministero della Giustizia. È la procura generale ad aver ereditato il problema e a doverlo risolvere: «Aspetto novità da questo organismo, intanto posso confermare che ci sono stati dei contatti con un istituto di vigilanza, ma non sono approdati a qualcosa di concreto, sostanzialmente per motivi di carattere economico. Un’operazione del genere costa e di soldi non ce ne sono».
Il metal detector tornerà in qualche cantina, se non dovessero esserci sviluppi positivi, premesso che la sorveglianza dev’essere per forza armata. Non bastano i vigili urbani, insomma, anche se qualcuno si è alternato in queste settimane, ma sempre accanto a personale con la pistola nella fondina. C’è sempre anche un custode, che lavora come impiegato comunale, ma non è a sua volta in grado di occuparsi del rilevatore di metalli: «Non ci sono alternative», allarga le braccia la Coniglio, «allo stesso tempo vogliamo continuare a offrire un servizio ai cittadini il più possibile efficiente per sei giorni su sette. Sia al mattino che di pomeriggio, visto che non ci sono solo le aule nelle quali si celebrano i processi, ma molti uffici. I carabinieri saranno sempre presenti, durante le udienze, ma non più al metal detector. Mi auguro che la situazione si sblocchi in maniera positiva e si continui a garantire la sicurezza necessaria all’interno del palazzo di giustizia».
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