Il miele di tarassaco è stato azzerato dalle ultime gelate
BELLUNO. «L’ondata di maltempo e le gelate che hanno colpito il nostro territorio hanno arrecato notevoli danni. Praticamente tutta la produzione di miele del tarassaco è andata perduta, mentre le api per il freddo non escono e rischiano di finire tutte le loro scorte per la sopravvivenza. Così dobbiamo alimentarle noi», dice il presidente di Apidolomiti, Carlo Mistron.
«Siamo passati dal sole più che primaverile al gelo in pochi giorni e questo ha compromesso la produzione mellifera», precisa Mistron che prosegue: «Le mutate condizioni meteorologiche e le correnti fredde con precipitazioni diffuse e neve in montagna hanno determinato delle estese gelate che hanno bruciato i giovani germogli di molte piante, tra le quali anche il tarassaco e le acacie, soprattutto nei tratti dove vi era maggior umidità. L’aria fredda e le prolungate piogge di questi ultimi giorni non hanno migliorato la situazione. Dobbiamo quindi verificare le scorte presenti in ogni nido e, dove necessario, intervenire con la nutrizione zuccherina. È necessario fare anche un accurato controllo sulla presenza di celle reali per prevenire la sciamatura».
Mistron conferma come la produzione di miele di tarassaco sia praticamente saltata, mentre si teme per le acacie, dalle quali si produce il miele più venduto localmente. «Speriamo in una favorevole evoluzione del tempo e delle temperature, che permetta alle nostre api di uscire. Api che sono state costrette a rimanere negli alveari per il troppo freddo e per la pioggia. Ora abbiamo bisogno di sole e di caldo, che permettano alle piante di fiorire e ai nostri apicoltori di poter produrre il miele».
Il presidente di Apidolomiti non lancia un vero e proprio allarme, ma non nasconde qualche preoccupazione per il futuro, se le anomalie climatiche dovessero ritornare. «Contiamo di rifarci con la produzione di acacia, la cui fioritura è prevista per i primi di maggio, ma questo potrà avvenire solo se il sole farà capolino e le temperature aumenteranno. Consideriamo che la siccità ha impedito all’erba di crescere, quindi, oltre ad aver perso la fioritura del tarassaco, abbiamo perso anche i primi fiori dei prati, da cui si produce il miele millefiori». (p.d.a.)
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