Il Miramonti compie 110 anni: "un'istituzione per Cortina"

CORTINA. «E' innegabile che il turismo, anche in una località come Cortina, stia attraversando un periodo difficile. Per due ragioni: una generale, la crisi economica nazionale ed internazionale; una contingente, la carenza di neve di questo inverno, che ha scoraggiato non tanto gli sciatori, che ormai sono abituati all'innevamento artificiale, quanto tutti coloro che si muovono se alla tv vedono i monti imbiancati».
E voi, qui al Miramonti, come avete reagito?
«Noi ci siamo difesi grazie al nostro nome e alla tradizione costruita nel corso degli anni, ad una clientela affezionata, ai tanti eventi culturali che abbiamo organizzato, alla professionalità dei miei collaboratori e, soprattutto, alla visione strategica della nostra proprietà, la famiglia Zanchetta».
Carlo Pomarè tira le somme di una stagione invernale che non sarà certo da ricordare, ma che per il Miramonti Majestic Grand Hotel segna in ogni caso un traguardo storico, quello dei 110 anni di attività.
Si tratta di una istituzione per Cortina; una terrazza che si affaccia, a 360 gradi, sulle più belle montagne della conca ampezzana: Averau, Nuvolau, Cinque Torri, Tofane, Pomagagnon, Cristallo, Faloria, Sorapis. 116 camere per un totale di 240 posti letto, 3 suite presidenziali da 70 mq ciascuna; costi da 230 a 850 euro a notte, secondo la stagione ed il tipo di camera. Una clientela di alto livello, in particolare internazionale.
«Ma io ho sempre cercato di stabilire un contatto diretto con la realtà che ci circonda, con Cortina, di cui ci sentiamo espressione, non certo un corpo estraneo. Ed è per questo che abbiamo dato vita anche durante questo inverno ad un nutrito calendario di eventi, fra presentazioni di libri e mostre d'arte. Un programma seguito nei mesi di febbraio e marzo dalla giornalista Rosanna Raffaelli Ghedina, mentre a dicembre-gennaio il Miramonti ha ospitato eventi del calendario “Cortina InContra” di Enrico e Jole Cisnetto. Tutte iniziative che aiutano a farci conoscere anche dalla clientela che non risiede da noi, ma che ha modo di frequentarci in queste occasioni che animano Cortina».
Carlo Pomarè, 60 anni portati egregiamente, nativo di Campolongo di Cadore, ha diretto a lungo il centro vacanze di Borca di Cadore, creato negli anni '60 da Enrico Mattei, mitico presidente dell'Eni.
«Nel 1970 mi sono diplomato all'Istituto professionale alberghiero di Recoaro Terme, poi ho lavorato a Jesolo ed anche in Germania, per approfondire la conoscenza della lingua tedesca. A Borca sono entrato anche per vivere vicino alla mia famiglia, ed ho diretto con molta soddisfazione una struttura complessa, con una clientela turistica assai vasta e varia. Poi il salto al Miramonti, una posizione che ogni direttore di albergo aspira a ricoprire».
Nel 2011, in realtà, era arrivato anche il tempo della pensione, ma dopo l'estate trascorsa a casa il richiamo del Miramonti è stato troppo forte, anche per la stima che nei suoi confronti nutrono gli Zanchetta. Come direttore, Pomarè fa tesoro anche delle esperienze amministrative maturate negli anni, come consigliere comunale a Santo Stefano di Cadore, assessore della Magnifica Comunità, sotto la presidenza di Gian Candido De Martin, amministratore della Regola di Campolongo.
E si è anche meritato i titoli di Cavaliere al Merito della Repubblica Italiana" (1987) e "Ufficiale al Merito della Repubblica Italiana" (2010).
Nei dieci anni di direzione, di personaggi famosi ne ha conosciuti molti (altri articoli in pagina), e quindi numerosi sono gli aneddoti e gli episodi simpatici da rammentare.
«Ricordo che nel 2004 e 2005, il Miramonti ha ospitato la famiglia del ministro degli Esteri dell'Arabia Saudita, che aveva fatto riservare in maniera esclusiva due piani interi dell'albergo. Avevano orari di ristorazione piuttosto inconsueti, anche notturni, e per gli spostamenti esigevano rigorosamente l'uso di auto Mercedes».
Tra i tanti collaboratori, con i quali ha saputo instaurare un rapporto franco e diretto, cita il maitre Gaetano Filice, abile gestore di una sala assai impegnativa, sia per la dimensione che per la qualità del ristorante. Famose le sue performance al carrello flambée, dove prepara fra l'altro anche delle ottime fragole caramellate al pepe nero.
E il fedelissimo Ahmed Ashfaq, pachistano, che rappresenta tutti i dipendenti stranieri che collaborano con il Miramonti.
Un auspicio per Cortina, infine, dal suo particolare osservatorio?
«Credo debba adeguarsi strutturalmente, allargando l'attenzione dalle attività tradizionali anche verso le proposte collegate al tempo libero, naturalmente mantenendo elevata la qualità dei servizi. Anche Internet va utilizzato in maniera più attenta ed accurata. Occorre poi valorizzare di più la cultura, magari intensificando l'organizzazione di rassegne d'arte e proponendo dei "pacchetti" dì visite guidate. Penso al Cadore, ad esempio, con cui un collegamento più stretto potrebbe avere benefici in entrambi i sensi. Lo dico da comeliano sinceramente innamorato di Cortina».
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