Il modello matematico per prevedere i danni guida gli interventi sul torrente Padola

La Regione investe in maniera “mirata” altri 700mila euro. Le sponde saranno sistemate in base all’esito degli studi

Francesco Dal Mas
Un punto di intervento sul torrente Padola
Un punto di intervento sul torrente Padola

COMELICO SUPERIORE. Il modello matematico per prevedere i danni che un corso d’acqua può provocare in caso di piena. Ed ecco i cantieri messi in conto per riportare in sicurezza il torrente Padola. L’innovativo sistema di calcolo è stato messo a punto in Regione. Il torrente Padola non fa paura a vederlo: è infatti di contenute dimensioni. Però, quando ci sono precipitazioni importanti, crea sempre situazioni di emergenza. È tra i più pericolosi dell’area dolomitica.

La Regione aveva già investito 400 mila euro, con cantieri in esecuzione. Ne ha aggiunti altri 700 mila. E probabilmente dovrà fare un ulteriore sforzo per altri interventi a Santo Stefano.

«I primi 400 mila li abbiamo investiti lo scorso anno per lavori subito portati a compimento dai Servizi Forestali», dettaglia l’assessore Giampaolo Bottacin, titolare della Protezione Civile. «i più recenti 700 mila serviranno per le opere di sistemazione di alcune sponde, che saranno eseguite con scogliere in massi, e punti d’alveo appositamente scelti dopo un approfondito studio idraulico generale».

I lavori individuati sono cinque che, da monte verso valle, riguarderanno la sistemazione dell’alveo a valle del ponte su via Valgrande; il rifacimento di un tratto di 100 metri di sponda sinistra a valle della confluenza con l’affluente Risena; il rifacimento di un tratto di 145 metri di sponda sinistra nei pressi del centro raccolta differenziata; la demolizione di un masso pericolante nella gola sotto Dosoledo; la sistemazione di una briglia in località Lacuna, in quest’ultimo caso in Comune di San Nicolò.

I progetti esecutivi sono stati già approvati dalla Commissione tecnica regionale. I competenti uffici del Genio Civile hanno immediatamente avviato le procedure per l’affidamento dei lavori, il cui inizio dovrebbe avvenire entro la primavera. Bottacin tiene a precisare che le scelte sono state compiute «a seguito dei risultati determinati da una precisa modellazione matematica nella quale erano stati dimensionati vari interventi necessari alla messa in sicurezza dell’alveo e, successivamente, sono state individuate le priorità sulla base della pericolosità in caso di possibili insufficienze idrauliche».

I cantieri, condizioni meteo e imprevisti permettendo, si dovrebbero poter completare in centottanta giorni.

«Ancora una volta interventi puntuali», conclude l’assessore Bottacin, «attraverso cui aumentiamo la sicurezza di cittadini e la resilienza territoriale nell’ambito di un piano in cui investiamo costantemente nuove e importanti risorse» 

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