Il modello Motta di Livenza per l'ospedale Codivilla

CORTINA. Per il Codivilla Putti la Regione sta pensando ad un ospedale modello Motta di Livenza. Se ne discuterà anche questa mattina in sede di Quinta Commissione, quella della Sanità, chiamata ad esprimere un parere sulla delibera della giunta regionale che pone fine alla sperimentazione a Cortina. Tutto questo mentre la Cgil ha proclamato lo stato di agitazione dei lavoratori, tanto da chiedere alla prefettura la convocazione delle parti.
Ma andiamo con ordine. L'ospedale riabilitativo di alta specializzazione (ORAS spa) di Motta di Livenza è nato nel gennaio 2004 in sintonia con la legislazione di riordino del Servizio sanitario nazionale, che prevede per le Regioni la facoltà di sperimentare soluzioni innovative per offrire una migliore assistenza sanitaria. Nello specifico, a Motta di Livenza la vecchia struttura per acuti è stata convertita in un presidio riabilitativo di eccellenza con la costituzione di una società a capitale misto pubblico-privato (Usl2 Treviso, Casa di cura di Abano Terme e Comune di Motta di Livenza), accreditato con il Ssn e con le stesse finalità di una struttura pubblica.
Oggi l'ORAS ha consolidato il proprio ruolo guida nel campo della riabilitazione di alta specializzazione anche oltre i confini regionali, con prevalente attività riabilitativa in area cardiologica e neurologica, per un bacino di utenza di un milione e mezzo di abitanti, rappresentando un caso virtuoso di collaborazione pubblico-privata nel settore sanitario pubblico.
«E' proprio quello che vorremmo ripetere a Cortina, ovviamente in diverso settore riabilitativo», si limitano a puntualizzare i bellunesi Giampaolo Bottacin e Franco Gidoni, della Lega Nord. Ci stanno lavorando il presidente Luca Zaia e l'assessore Luca Coletto. Questa mattina, probabilmente, i primi dettagli in Commissione. Ma il personale che fine farà da maggio, in attesa del privato accreditato che arriverà mediante bando? Zaia asserisce che verrà assunto a tempo determinato, per poi passare al nuovo ospedale.
A Motta di Livenza, i dipendenti hanno trovato collocazioni diverse: chi all'Usl 7, chi all'Usl 9, oltre a quelli rimasti nel Centro riabilitazione. La Cgil, però, è arrabbiata. Aveva chiesto un testa-a-testa ad Adriano Rasi Caldogno, il direttore dell'Usl1 sul futuro dei 150 addetti al Codivilla. Ma il dg non ha risposto. E non lo ha fatto perché solo questa mattina, a Venezia, la V Commissione Sanità darà l'atteso parere sulla delibera della giunta che ha fissato nel 29 aprile la scadenza della sperimentazione. Ed ecco, pertanto, che la stessa Cgil ha avviato la procedura perché sia la prefettura a convocare entro 7 giorni - così prevede la norma di legge - le parti in causa, quindi l'azienda sanitaria ed il sindacato.
«I lavoratori, infatti», conferma Gianluigi Della Giacoma, delegato Cgil per il comparto sanità, «sono oltremodo preoccupati: non sanno che cosa accadrà di loro e pertanto si sono posti in stato di agitazione. I 35 dell'Usl non hanno problemi. Gli altri 115 senz'altro sì. Tra l'altro, per passare ad altra assunzione, a tempo determinato, devono essere licenziati dalla Giomi, e questa procedura richiede dai 30 ai 40 giorni di tempo. Quindi i tempi sono strettissimi».
Gidoni ritiene anche lui che il calendario esiga un pronunciamento già quest'oggi, della Commissione, «senza perdere altro tempo. A parte i problemi sacrosanti dei lavoratori, ci sono anche quelli delle prenotazioni. Gli interventi operatori hanno una scadenza di un mese e mezzo, da prassi. Se a Cortina vogliamo la continuità, necessariamente dobbiamo dire subito che cosa accadrà».
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