Il Nevegal ripulito dagli scout: ora il Col di Roanza

I 47 ragazzi hanno ripristinato un sentiero molto importante e sono tornati a casa contenti Zaltron: «Speriamo tornino come turisti con le famiglie»



Il grazie del Nevegal agli scout. Una settimana di lavoro e il sentiero Vallavia è tornato come era prima di essere strapazzato dalla tempesta Vaia. Anzi, molto più pulito, perché sono stati rimossi anche tutti i rifiuti che c’erano: sono stati raccolti addirittura 15 sacchi. I 47 ragazzi, tra i 16 e i 23 anni, arrivati da tutto il Veneto se ne sono andati ieri e hanno passato gli attrezzi ad altri 25 provenienti soprattutto dalle province di Perugia e Verona, che opereranno nella zona del Col di Roanza.

Il bilancio dei primi sette giorni è molto positivo, sia per il colle che per gli scout: «È andata molto bene», sottolinea Paolo Zaltron della Protezione civile, «i ragazzi non si sono risparmiati e hanno fatto un ottimo lavoro sul sentiero che avevamo deciso di rimettere a posto. Si trattava di sfalciare, pulire e ricostruire eventuali gradini sul Vallavia, intersezione con il sentiero 5 de la Forestal, che da un tornante che porta in casera arriva fino a Malga Toront, oltrepassando Casera Erte. Non solo è tornato agibile, ma i ragazzi si sono accorti della presenza di tanta spazzatura e hanno portato via anche quella. Una pulizia completa».

Ieri pomeriggio è arrivato il cambio e la zona di competenza sarà diversa. Non ci sono stati contrattempi, tanto meno incidenti: «Il lavoro si è svolto sotto gli occhi del Cai e di Nevegallika. I boy scout hanno seguito con scrupolo tutte le istruzioni, senza prendere iniziative autonome, in maniera da evitare qualsiasi tipo di rischio. I nuovi arrivati dovrebbero essere 25, ma è possibile che il numero sia inferiore. Ad ogni modo, questi si muoveranno nell’area delle gallerie del Col di Roanza, un’altra zona danneggiata dal maltempo dello scorso autunno».

I volontari, che se ne sono andati, hanno fatto un’esperienza molto importante e magari tra qualche tempo potranno tornare come turisti, insieme alle famiglie. Non ci saranno più le tende di Pian Longhi ad aspettarli, ma magari un più comodo albergo: «Noi siamo convinti di aver fatto anche promozione turistica, oltre che un lavoro fondamentale», osserva Zaltron, «i ragazzi ci hanno salutato, raccontandoci di aver vissuto un periodo molto bello. Non solo si sono resi utili, ma hanno anche lavorato in un ambiente che, tra qualche anno, potrebbero desiderare di rivedere. Speriamo anche che possano fare del passaparola con gli amici. Mi sono sembrati giovani molto intelligenti e consapevoli, non come quelli che vanno in giro a deturpare i muri della nostra città, se posso permettermi questo riferimento».

Ci sarà anche un terzo turno, con altri 25 scout e si arriverà alla fine del mese: «Crediamo che i risultati si vedranno», conclude Zaltron, «e dovremo ringraziarli per l’opera che hanno svolto». —





Riproduzione riservata © Corriere delle Alpi