Il papà: «Silvia, sei la mia vita la tua grande semplicità mi ha insegnato tanto»
LONGARONE
I funerali di Silvia Doriguzzi, la ragazza morta mercoledì a Verona, si svolgono oggi pomeriggio, alle 15, nella chiesa arcipretale di Longarone. Il papà Luca ci ha mandato questa lettera: «Silvia mia, mia vita, voglio scrivere queste parole perché te lo devo come papà. Abbiamo attraversato momenti difficili io e te assieme, soli con i nostri sentimenti e con le nostre intime faccende da sbrigare. Quando ancora eri in tenera età e ti portavo dalla tua mamma dopo il weekend passato con me mi salutavi con la manina e con gli occhioni mi sorridevi come per dirmi: “Papà stai tranquillo che ci vediamo presto”.
Io vivevo per poterti solo vedere e per sentire il tuo profumo; poi piano piano sei cresciuta ed io ho potuto condividere con te anche altri aspetti del tuo carattere. Una cosa su tutte è che, rispetto ad altri bambini tuoi coetanei, vedevo che non avevi mai pretese, nessun “Mi prendi questo gioco” o “Mi piace quello”, “Voglio…”, tanto che ti portavo nei negozi di giocattoli e dovevo quasi convincerti a prendere qualcosa. In quegli anni mi chiedevo quale fosse il motivo di questa differenza.
Sei sempre stata serena, umile e con poche pretese; anzi, ti bastava una festa in baita con i nonni per rendere tutto la cosa più straordinaria che esista.
Questa tua semplicità mi ha dato tanto come uomo e ci tengo a dire che me lo hai insegnato tu… non servono le Ferrari, non servono i grandi regali per essere felici.
Pensando ora ai ricordi del passato mi sovviene un episodio particolare: una notte che eri a casa con me ho ricevuto una chiamata per un soccorso.
Ti ho svegliata nel cuore della notte e ti ho portata dalla nonna; tutto di corsa, tutto un trambusto per prendere lo zaino e mettermi gli scarponi, ti ho raccolta dal letto per portarti di sotto nel lettino che avevi a casa dei nonni. Tu piangevi perché avevi capito che in me c’era tensione per l’ imminente intervento e mi hai chiesto: «Papà, perché mi lasci qua così di corsa?», ed io ti ho risposto che dovevo andare perché qualcuno aveva bisogno di me. E la tua risposta è stata: “Ho capito, io sto bene e adesso vai, quando ritorni staremo assieme”.
Il tuo altruismo si distingueva fin dalla tenera età e questo mi mancherà più di tutto; il tuo saper valutare le cose come una persona matura fin da piccina ed ancor più quando sei cresciuta; sempre altruista e con una presenza confortevole in ogni situazione.
Piccola mia, non poterti più stringere e non poter più parlare con te sarà il mio Everest ma in cuor mio so che ci sei, sei qua con me ogni momento e so che mi guiderai per la retta via; ti sento attorno ogni secondo, sento il tuo profumo ovunque. Silvia sei la mia vita. Il tuo papà». —
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