Il parto con “etichetta”: rivoluzione in ginecologia
BELLUNO. Etichetta verde per i parti fisiologici, arancione per quelli un po’ più complicati e rossa per i casi critici. Dal primo ottobre, all’ospedale di Belluno le gravidanze “tranquille” saranno seguite dall’inizio fino al parto dall’ostetrica.
Dopo la formazione e l’affiancamento al personale delle strutture toscane ed emiliane già attive in questo campo, tutto lo staff dell’unità operativa di ginecologia ed ostetricia guidata dal direttore Antonino Lo Re è pronto ad avviare questa “piccola rivoluzione”.
«Questo metodo ci ha permesso di diminuire il numero dei parti cesarei che sono passati dal 35% del 2009 al 24% del 2014», precisa Lo Re, che poi sottolinea: «Per la prima volta, nei primi cinque mesi dell’anno, la mobilità attiva (le pazienti che vengono a curarsi da noi) ha superato il numero delle donne che preferiscono recarsi in altri ospedali. Un esempio su tutti: mentre le pazienti dell’Usl 1 che hanno preferito curarsi all’ospedale di Feltre sono state 63, quelle venute qui sono state 65. Sono piccoli numeri, ma, a mio parere, sono il segnale di un trend che dobbiamo portare avanti con tenacia».
Questo nuovo protocollo operativo prevede la divisione delle gravidanze in tre livelli: il primo, quelle a basso rischio (l’85% dei casi) sono individuate dall’etichetta verde); il secondo, quello di media criticità, dall’etichetta arancione; il terzo, le più rischiose, dall’etichetta rossa).
La distinzione avviene dopo il primo trimestre, quando viene eseguita la prima visita. «Se la gestazione viene definita di primo livello, da quel momento in poi sarà l’ostetrica a seguire la paziente, con una visita ogni 40 giorni accompagnato da un colloquio di una ventina di minuti, fino al momento del travaglio».
«Chiaramente», tiene a sottolineare il primario, «ciò avverrà solo se la gravidanza continuerà a essere di primo livello. Qualora dovesse cambiare il colore dell’etichetta, interverrebbe il medico, come succede negli altri casi».
Il protocollo, in parte, era partito a gennaio e con questo sistema sono già stati eseguiti 400 parti.
«L’ambulatorio verrà attivato a breve anche a Pieve di Cadore, Auronzo, Cortina e Pieve di Cadore», promette il direttore della ginecologia, che snocciola alcuni dati: «Abbiamo avuto un significativo incremento del 30% del numero di interventi in day surgery e delle prestazioni ambulatoriali, passati dalle 3.961 del 2009 alle 4.451 del 2013; in aumento anche le prestazioni di pronto soccorso (dalle 4.086 del 2009 alle 5.361 del 2013)».
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