Il Pd lancia l’amo a Jacopo Massaro

Bello e Dal Farra hanno approvato le Linee programmatiche e da regolamento sono in maggioranza. «Solo un’apertura»
BELLUNO. C’è un articolo importante nel regolamento sul funzionamento del consiglio comunale. Il 52, al comma 10, recita: “Sono considerati di maggioranza i consiglieri che hanno espresso voto favorevole alle dichiarazioni programmatiche del sindaco». E dunque Paolo Bello e Erika Dal Farra, che giovedì hanno premuto il pulsante del “sì” su questo punto, da regolamento vanno considerati consiglieri di maggioranza.


Che il loro voto abbia un valore politico considerevole, considerando i trascorsi fra Massaro e una parte del partito, è indubbio. Ma da qui a dire che i due consiglieri dem sono catapultati in maggioranza, ce ne passa. Almeno a sentire loro. «E chi l’ha detto che siamo in maggioranza?», afferma il capogruppo,
Paolo Bello
. «Non stiamo condividendo la responsabilità del governo della città. Ma non potevamo votare contro un programma che avevamo indicato al ballottaggio come il male minore. La nostra è stata un’apertura di credito a quella maggioranza, sottolineando alcuni aspetti che ci vedono preoccupati». Il sostegno alla famiglia, la carenza di idee sulle politiche giovanili, la necessità di tutelare l’ambiente e di migliorare la gestione del territorio. Dunque un avvicinamento ai programmi di Massaro, ma con qualche precisazione. Fatto sta che il voto favorevole c’è stato, e al secondo consiglio comunale del Massaro bis.


Del resto il Pd fatica a collaborare con la minoranza consiliare che si è insediata a Palazzo Rosso. All’opposizione siedono tre consiglieri della Lega Nord, sette di quello che rimane del centrodestra. Il Pd si sente più vicino alle idee della maggioranza e la scelta di
Erika Dal Farra
e Paolo Bello è stata assolutamente consapevole: «Abbiamo dato una risposta politica che va oltre un regolamento», dice la segretaria provinciale. «La nostra è stata un’apertura di credito nei confronti della maggioranza, spetta a chi sta dall’altra parte valutarla». La palla, che scotta, ha superato la rete.


La ricezione spetta ai tre gruppi che costituiscono la maggioranza di Massaro. «Il sindaco ha sempre detto che chiunque voleva aderire al percorso che avevamo proposto sarebbe stato il benvenuto», afferma
Marco Ciociano Bottaretto
, capogruppo di In Movimento. «Questo è un buon segnale. Se son rose fioriranno ma al momento non abbiamo elementi per fare un ragionamento più ampio». Ciociano apprezza che il Pd abbia appoggiato, di fatto, la linea Massaro, ma vuole anche vedere se questo appoggio si concretizzerà in altri atti.


Lo stesso pensa
Rufus Bristot
(Insieme per Belluno): «Apprezziamo il voto del Pd perché significa che c’è condivisione sulla linea. Sarà propedeutico ad un eventuale avvicinamento. Su alcuni temi penso non ci siano problemi a collaborare, ma c’è molto lavoro da fare». Le ruggini del passato sono dure da sconfiggere, per chi ha vissuto tutto quello che è successo dalla fine del 2011 ad oggi. Belluno D+, infine, non si sbilancia: «Accogliamo questo segnale distensivo nei confronti della maggioranza stessa e dell’operato dell’amministrazione», dice
Giangiacomo Nicolini
.


Il Pd, del resto, ha una vicinanza programmatica con la maggioranza, tant’è che in vista del ballottaggio aveva dato chiara indicazione ai suoi elettori. «Siamo andati oltre un regolamento: a noi sta a cuore un’azione per la città e speriamo ci sia un progetto organico cui tutti possano contribuire, anche dall’opposizione», conclude Bello.


«Il fatto che ci sia stata un’apertura sulle Linee programmatiche è un importante segno di distensione e di convergenza rispetto a ciò che c’è da fare in città», commenta il sindaco
Massaro
. «È un punto di partenza importante. Se si vuole fare un percorso che si intreccia si deve partire dalla vicinanza programmatica, e questo è sempre stato lo scoglio più grosso: riconoscere che i percorsi sono vicini. Sono convinto che da qui in avanti le cose non potranno che migliorare. Starà alla maggioranza tenere la barra dritta sulle scelte fondamentali, senza tradire gli elettori ma cercando anche di coinvolgere chi ha dato segnali di partecipazione attiva e non di contrapposizione pregiudiziale». Stavolta Massaro sembra proprio non aver chiuso la porta in faccia al suo ex partito.


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