Il Pd non propone alcun nome La Lega: «Meglio commissariare»
BELLUNO. Saranno venti giorni di fuoco. La scelta del nome condiviso da proporre come presidente della Provincia sta creando frizioni fra i sindaci. E ne ha create anche all’interno del Partito...
BELLUNO. Saranno venti giorni di fuoco. La scelta del nome condiviso da proporre come presidente della Provincia sta creando frizioni fra i sindaci. E ne ha create anche all’interno del Partito democratico, tant’è che la segretaria provinciale Erika Dal Farra si trova costretta a dissociarsi dalle proposte che sono state fatte da Paolo Vendramini e Quinto Piol. Sindaco dem il primo, membro della direzione provinciale Pd il secondo. Due pezzi da novanta del partito, che hanno messo sul tavolo due nomi per guidare Palazzo Piloni, in vista del 10 settembre, data fissata per le elezioni.
Nel dibattito entra a gamba tesa la Lega Nord, che lasciando ad altri la «spartizione dei centri di potere» lancia una proposta provocatoria: rinunciare a presentare ogni candidatura, così da commissariare la Provincia e dimostrare, una volta per tutte, il fallimento della legge Delrio.
Il Partito democratico.
Tornando alle grandi manovre dem, Vendramini ha proposto Serenella Bogana (sindaco di Alano di Piave, centrodestra), per una sorta di continuità. Quinto Piol ha rilanciato chiedendo a Erika Dal Farra e Paolo Bello, consiglieri comunali nel capoluogo, di sollecitare Jacopo Massaro ad assumersi questo impegno. «Si tratta di iniziative personali dalle quali mi dissocio», precisa subito la Dal Farra. La segretaria provinciale rivendica il fatto che il Pd è «una comunità che discute all'interno delle sedi di cui è dotata, in quanto Partito regolato da uno statuto. Non ci faremo trarre in inganno da proposte provocatorie fatte da chi evidentemente spera di mettere alla prova qualche dirigente del Partito democratico. Il Pd provinciale si dissocia quindi dalle proposte emerse in questi giorni da esponenti del Pd che si sono evidentemente espressi a titolo personale».
Nessun giudizio sulle capacità di Bogana e Massaro, ma: «Entrambe le proposte sono frutto di iniziative individuali. I nostri amministratori stanno ancora valutando il percorso da fare. Nessuna decisione è stata ancora presa in merito». Lo sarà la prossima settimana. Venerdì è convocato un direttivo provinciale per discutere del referendum e delle elezioni provinciali.
La Lega Nord.
Nonostante i buoni risultati ottenuti alle amministrative, il Carroccio «non ritiene opportuno partecipare al tavolo delle trattative “in materia di spartizione dei centri di potere” della provincia», annuncia il segretario provinciale Paolo Saviane, «visto che al tavolo siedono i rappresentanti di Forza Italia, bardati da liste civiche, e il Pd. In questi ultimi anni hanno sempre trovato l’accordo per spartirsi le varie poltrone (Provincia, Bim, aziende partecipate, eccetera) ma che non hanno prodotto alcun beneficio per la provincia».
Saviane si dice disponibile a valutare un’eventuale maggioranza di centrodestra, ma lancia una provocazione: «Vista la difficoltà di gestire la Provincia a causa della scellerata riforma Delrio targata Pd, che ha tolto all’ente le risorse lasciando le competenze, la nostra proposta provocatoria è di rinunciare alla presentazione delle candidature alla presidenza, obbligando alla designazione di un commissario. Potremo così vedere come un rappresentante dello Stato risolverà i nostri problemi, perché sarà compito suo provvedere alla manutenzione delle strade, alla gestione e messa in sicurezza della scuole, possibilmente senza utilizzare i sovracanoni idrici che devono essere destinati al dissesto idrogeologico vista la fragilità del nostro territorio».
Alessia Forzin
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