Il Pdl vota a favore, Prade è salvo
Ma tra i consiglieri di maggioranza sono volati insulti e accuse pesanti
Antonio Prade
BELLUNO
. Con 24 voti a favore della manovra di bilancio, l’amministrazione Prade è salva. Il mandato del sindaco va avanti, ma il consiglio comunale ieri si è espresso con toni e termini mai sentiti prima nell’aula di Palazzo Rosso, in un livore tutto interno alla maggioranza. Pdl contro Pdl, Lega contro Pdl e viceversa, Udc contro tutti e per fortuna i gruppi di maggioranza sono finiti. All’opposizione è rimasto il ruolo dell’attonito spettatore di fronte a dichiarazioni oltre la soglia della querela. Per tre volte Prade si è sentito dare dell’«uomo d’onore», testualmente «don Antonio Prade, uomo d’onore», con una simbologia non bellunese, ma abbastanza universale.
Il consiglio si è aperto con le metafore di Orso Grigio (Lega), che ha portato in aula uno spadino suscitando lo scandalo dell’opposizione per la presenza di un’arma (ma era innocua) e per il linguaggio. Poi è stata la volta dell’altro leghista presente, Paolo Costa: «La posizione ufficiale della Lega è rispettare il mandato degli elettori, votando a favore», ha precisato, marcando le distanze coi colleghi Orso Grigio e Stefano De Gan che anche ieri non hanno votato. Ma Costa non ha risparmiato il Pdl: «Dentro la maggioranza c’è una banda di careghete, gente che non perdona al sindaco di averli lasciati col culo per terra. Il mio consiglio è di dare a tutti loro una carega, piccola però, dove non possono fare troppi danni. La gente sappia che quello che è successo è stato solo per miserevoli egoismi personali». Nel frattempo Orazio Da Rold protestava col segretario cittadino del Carroccio Jacopo Vendrame. «La Lega? I verbali parlano chiaro», sbotta Da Rold.
Contro Costa «oltraggioso» ha parlato anche Francesco La Grua, uno dei sette consiglieri Pdl “dissidenti”, che ha anche rinfacciato al presidente del consiglio comunale Oreste Cugnach di aver annunciato più volte le dimissioni: «Ha detto di non fidarsi più di noi. E lui?». Ma La Grua ha colpito per il documento letto in aula: assenza di leadership in giunta, decisioni personalistiche, nomine non affidabili nè meritocratiche (Vescarelli, Salmaso, Nobile, Agostini...), indegna destituzione di Dal Pont «umiliato proprio da chi è portatore di valori cristiani», consiglieri usati come braccianti, oltraggioso. Sono parole di La Grua che conclude: «Non basta il voto popolare per fare il sindaco, chiediamo un profondo cambiamento. Votiamo a favore, perché è chiaro che abbiamo avuto rassicurazioni».
Eugenio Colleselli (Udc) ha ricordato che: «Noi siamo gli unici ad aver sempre votato a favore, anche in giunta», riferendosi alla bocciature del bilancio da parte di alcuni assessori e auspicando maggior tranquillità «almeno nel medio periodo».
Uno dei voti a favore, per gioco e non determinante, è stato quello di Carlo Gustavo Giuliana (g. misto), che però ha infierito: «Del bilancio non frega niente a nessuno, siamo tutti qui per sentire l’adrenalina delle pulsazioni del sindaco e del suo staff». Giuliana rispolvera la tesi del complotto e individua il demiurgo senza fare nome, ma è chiarissimo nell’imitarne il pensiero: «Caro Prade, io ti ho creato dal nulla, non eri nessuno e io ti ho fatto sindaco.
Hai cercato di muoverti da solo, ma adesso hai capito che devi rigare dritto». Giuliana è quello che, riprendendo Francesco Rasera Berna, ha dato per due volte a Prade del “don”, affermando anche: «Stavolta non ho ricevuto telefonate di pressione. Rilevo che Prade è più debole, ecco perché voto a favore, per stavolta».
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