Il piccolo parco ricorda le vittime di Mattmark
BELLUNO. Un libro aperto, l'immagine della diga nella quale persero la vita 88 persone, 17 delle quali bellunesi. E un nome, Mattmark. Nel cinquantesimo di quella tragedia, che avvenne a metà pomeriggio del 30 agosto 1965, il ricordo rivive nel parco di Mussoi.
Quel fazzoletto di prato che si trova sopra il supermercato Kanguro da ieri è intitolato alle vittime di Mattmark. Una tragedia poco conosciuta, com'è stato sottolineato anche ieri durante la cerimonia ufficiale, ma non certo poco sentita. Lo dimostrano le persone che si sono radunate al freddo e con i piedi nella neve per partecipare alla breve commemorazione dei caduti e all'inaugurazione del monumento, un libro di legno scolpito da Giancarlo Cassol che è stato posizionato nel mezzo del giardino.
Inframmezzata dai canti del Coro Minimo Bellunese, la cerimonia ha visto la partecipazione di diversi amministratori, in rappresentanza dei Comuni nei quali risiedevano alcuni dei caduti a Mattmark (Domegge, Pieve d'Alpago, Belluno, Sedico, il Feltrino, con il vicepresidente dell'Unione montana Michele Balen), e dell'associazione Bellunesi nel mondo (con il presidente Oscar De Bona in testa) e nel capannello di persone si notavano i gagliardetti degli ex emigranti dell'Agordino, della famiglia Piave e il vessillo dell'associazione nazionale alpini.
Tutti riuniti per commemorare una tragedia che quest'anno sarà ricordata un po' in tutta la provincia. Nella frazione di Querz, a Pieve d'Alpago, sarà inaugurata una piazzetta a Virgilio Dal Borgo, morto in quel 30 agosto 1965; a Sedico saranno organizzate serate in memoria di quei fatti (e il parco del Mas è già intitolato alle vittime); anche a Domegge saranno organizzate iniziative, come hanno confermato i vari sindaci e vice presenti.
«È importante coltivare la memoria», ha detto l'assessore alla cultura del Comune di Belluno, Claudia Alpago Novello. «Abbiamo fatto una scelta precisa, intitolando questo luogo alle vittime di Mattmark».
Il presidente dell'Abm Oscar De Bona ha letto un messaggio che l'associazione ha ricevuto dal ministero degli Esteri, nel quale si ricorda la disgrazia e l'emigrazione viene definita «una pagina fondamentale della nostra storia. Le tragedie come questa riportano alla memoria i sacrifici fatti dalla prima generazione di migranti».
Toccante il momento in cui Patrizio De Martin, ex direttore dell'Abm, ha raccontato come è stata vissuta la tragedia di Mattmark dalla comunità italiana che viveva in Svizzera a quei tempi.
Proprio da quell'esperienza nacque l'Abm.
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