Il pilota del piper patteggia drammatico il racconto
BELLUNO. «La torre di controllo di Aviano non rispose alla nostra chiamata, silenzio che vale come un divieto di sorvolo e a quel punto non sapevamo più cosa fare, perché eravamo in una zona montuosa che non conoscevamo». È drammatico il racconto rilasciato ai carabinieri da Dominic Scortatore, 56 anni francese di Satohonay, all’indomani dell’incidente aereo in cui persero la vita i coniugi Vest.
Il 23 maggio Scortatore ha patteggiato la pena di due anni per l’accusa di omicidio colposo, assistito dall’avvocato Roberta Resenterra, mentre la famiglia Vest era rappresentata dagli avvocati Luca Dalle Mule e Matteo Rossi di Milano.
Il Piper da turismo sul quale viaggiavano i tre francesi precipitò a Chies d’Alpago, in località Busa Federe in Val Salatis, nel pomeriggio del 18 giugno 2013 e solo ora emergono i dettagli di quel terribile incidente.
L’equipaggio, formato da Scortatore, Bruno e Marie Vest, non si conosceva particolarmente bene, ma aveva aderito a ad un tour organizzato dall’aero club con sede a Bronne, del quale facevano tutti parte, e da altri dieci aero club della zona di Lione. Il tour era strutturato a tappe e la destinazione finale era Sebastopoli in Ucraina, con ritorno, per una durata complessiva di 11 giorni di vacanza. Il piper era di proprietà dell’aero club e i documenti di viaggio erano stati redatti a nome di Scortatore e di Bruno Vest, entrambi piloti da turismo, ma il primo aveva alle spalle 350 ore di volo, mentre Vest era molto più esperto, con 1.700 ore di volo all’attivo. L’idea era di alternare i piloti al comando dell’aereo.
Nel racconto fatto ai carabinieri dal letto dell’ospedale San Martino dove fu ricoverato, Scortatore ha ricordato che la notte prima della partenza nessuno dei due piloti aveva dormito bene per il caldo e l’agitazione. Decollato alle 8 da Lione, dopo quasi tre ore il piper atterrò a Locarno in Svizzera per fare rifornimento e durante quel tratto aveva sempre pilotato Scortatore.
«Questa prima tappa era stata molto stressante dal punto di vista psico fisico, in quanto tecnicamente era la più difficile da affrontare», ha spiegato il francese. Attorno alle 11 l’aereo ripartì in direzione Lesce in Slovenia, dove pensavano di atterrare alle 14.
Durante il volo Scortatore era seduto ai comandi del posto anteriore sinistro, Vest era ai comandi di destra e la moglie di Vest sul seggiolino posteriore sinistro. Ancora una volta a pilotare era Scortatore, mentre Vest avrebbe preso i comandi il giorno dopo. Andava tutto bene, l’aereo era in perfette condizioni e il volo era puntualissimo, fino a quando una serie di circostanze sfortunate causò la tragedia.
Alle 13, poco prima di sorvolare Aviano, come di protocollo, il piper chiamò la torre di controllo di riferimento, quindi Padova, che rispose ma senza comprendere il messaggio. Scortatore allora tentò più volte di comunicare con Aviano, ma nessuno rispose e le norme aeronautiche impongono il divieto di sorvolo in casi come questo.
Privo di indicazioni di volo utili a procedere e in preda all’ansia, Scortatore iniziò a consultare le cartine con l’aiuto di Vest, ma la zona era totalmente sconosciuta ai due piloti. Nel tragico racconto del pilota sopravvissuto, si avvertono la preoccupazione crescente e lo smarrimento dell’equipaggio tra i divieti di sorvolo di Aviano e del Parco delle Dolomiti e la difficoltà di comprendere quale rotta seguire, mentre davanti a loro c’erano nuvole e montagne.
Scortatore si tenne ai margini dello spazio aereo di Aviano, ad un’altitudine di 4.400 piedi, ma improvvisamente capì che le montagne che aveva davanti erano più alte e forse non sarebbe riuscito a superarle. Scortatore e Vest si consultarono rapidamente, Vest disse che potevano farcela e negli ultimi istanti, data la sua maggiore esperienza di volo e immaginando che l’impatto era imminente, Vest impugnò la seconda cloche, virando a sinistra, ma a quel punto l’aereo andò in stallo e dopo qualche attimo impattò nel bosco.
Scortatore si rammarica di aver sottostimato, insieme a Vest, il rapporto peso-potenza dell’aereo, che era carico di carburante, passeggeri e bagagli e non riuscì ad alzarsi. Il superstite riconosce anche che, se non fosse stato per la manovra dell’ultimo istante fatta da Vest, che evitò le rocce a favore degli alberi, certamente sarebbe morto anche lui. Dopo l’impatto e dopo aver constatato il decesso dei due compagni di viaggio, Scortatore mise in atto una serie di misure per evitare incendi e favorire la localizzazione da parte dei soccorsi, che però arrivano oltre sei ore dopo l’incidente.
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