Il pizzaiolo lavora in nero: il locale chiude

Il carabinieri dell’Ispettorato del lavoro hanno svolto dei controlli e denunciato alcuni imprenditori

BELLUNO. Pizzaiolo in nero, chiude il ristorante. L’uomo sfornava margherite e capricciose magari buonissime e piene di prodotti freschi e pregiati, ma non aveva alcuna copertura assicurativa e previdenziale, pur facendo un mestiere che comporta dei rischi e dovendo accumulare i contributi per la futura pensione. Il locale in Alpago è rimasto chiuso per alcuni giorni, salvo poi riaprire quando la proprietà ha pagato un acconto di 500 euro sulla sanzione amministrativa completa di 2000. Ora ne rimangono tre quarti da saldare. È uno dei casi smascherati dai carabinieri del Nucleo Ispettorato del lavoro di Belluno, nel corso di una serie di controlli effettuati a cavallo di Ferragosto e fino agli ultimi giorni del mese.

I militari coordinati dal comandante Pasquale Colaninno hanno setacciato la provincia da Cortina alla conca alpagota, nel campo dell’artigianato e dell’edilizia, denunciando anche quattro imprenditori per violazioni legate alla sicurezza e alla prevenzione degli incidenti negli ambienti di lavoro. Comminate sanzioni penali per un totale di 10 mila euro e amministrative per 5 mila.

Giusto per fare un esempio, in un’impresa edile di Cortina gli ispettori in divisa hanno ravvisato delle recinzioni esterne non a norma. Sono state quantificate delle sanzioni e la ditta ha seguito le prescrizioni indicate mettendosi in regola. I controlli in provincia sono stati una dozzina e complessivamente le multe tra virgolette sono state cinque. Il dato che è emerso è che non erano in regola: «In alcuni casi, è probabile che non siano sufficientemente seguite dalle relative associazioni di categoria e agiscano anche in buona fede», conclude Colaninno, «da parte nostra, abbiamo il compito di segnalare le situazioni irregolari e comportarci di conseguenza».

Gigi Sosso

Riproduzione riservata © Corriere delle Alpi