Il pm chiede un anno per l'ex sindaco di Cortina, Franceschi
CORTINA. Un anno per Andrea Franceschi e Tommaso Vesentini e un anno e tre mesi per Luisa Musso. Sono queste le richieste di pena presentate dal pubblico ministero Katijuscia D’Orlando al termine delle sue conclusioni nel processo per l’assunzione dell’addetto stampa del Comune di Cortina. I tre imputati, l’ex sindaco di Cortina (avvocati Paniz e Prade), l’ex addetto stampa (avv. Sona) e il segretario generale (avv. Zaglio), sono accusati a vario titolo di abuso d’ufficio, falso e truffa per una serie di eventi che si concentrano nell’autunno 2012, ma che nascono diverso tempo prima, cioè con le indagini della Guardia di Finanza a carico della giunta Franceschi e con i blitz della stessa Gdf a Cortina durante le festività natalizie dell’anno precedente.
Il pm D’Orlando, ieri davanti al collegio formato dai giudici Coniglio, Scolozzi e Cittolin, ha ricostruito il contesto storico e il ruolo dei diversi attori, non solo i tre imputati ma anche i numerosi testimoni ascoltati durante il processo. Il mirino, tuttavia, è puntato sul bando emesso il 4 ottobre dal Comune e revocato dalla Musso il 12 novembre, oltre ai criteri di selezione. Secondo l’accusa, l’unico motivo che spinse il segretario generale ad emanare un secondo bando, stava in un errore formale commesso da Vesentini che quindi non avrebbe potuto vincere. Il giornalista veronese, però, sarebbe stato (secondo l’accusa) il “preferito” da Franceschi, sponsorizzato da Zaia attraverso il suo portavoce, cioè il predestinato al posto di addetto stampa del Comune. Non vi sarebbe traccia di contestazioni di altri candidati sulle anomalie del primo bando, solo 7 aspiranti su 45 avevano commesso errori e nessuno aveva fatto quello di Vesentini, dimenticando di firmare la richiesta di partecipazione.
Vesentini, inoltre, avrebbe mantenuto un rapporto strettissimo con il Comune per tutto l’autunno, cioè dopo il termine del suo contratto di collaborazione con Cortina Turismo, tanto da intrattenere 993 contatti con Franceschi nei pochi mesi precedenti all’assunzione. Anche quest’ultimo passaggio è al centro delle accuse mosse a Musso e Vesentini, perché il contratto (e quindi lo stipendio) è datato 21 dicembre, ma il giornalista conferma di averlo firmato il 28. “Lampanti”, secondo il pm, sarebbero le responsabilità di Musso che ha materialmente firmato ogni atto contestato, così come evidente sarebbe il beneficio economico ottenuto da Vesentini. Più delicata, dal punto di vista dell’accusa, è la posizione di Franceschi, perché non vi è prova piena di una sua azione diretta sul bando. L’ex sindaco, però, sarebbe l’ideatore e istigatore, aveva un sicuro interesse nell’assunzione di Vesentini e per la legge è sufficiente il concorso morale nel reato. Il processo è rinviato al 15 dicembre per le arringhe delle difese.
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