Il preside dell'Iti Segato: «Patrick era un ragazzo tranquillo, bravo a scuola»

La morte del diciottenne bellunese sul passo Giau ha gettato nello sconforto i suoi insegnanti e i compagni di classe

BELLUNO

Il computer del preside è inchiodato sul sito internet del giornale. Il dirigente scolastico dell’Iti Segato, Salvatore Russotto aspettava a momenti una buona notizia sulla scomparsa di Patrick Bogo. Dolore e incredulità, quando ha saputo che il ragazzo della 5. Elettronici era stato ritrovato morto, in fondo a un ghiaione, sul passo Giau. Il tentativo istituzionale di trattenere le lacrime, ma come una violenta e persistente fitta al cuore, perché a 18 anni non si può davvero andarsene in quella maniera.

C’è un clima difficile da descrivere, sulle scale e lungo i corridoi della scuola che forma i futuri periti di diversi indirizzi. Un silenzio che non si può nemmeno immaginare, in un luogo di solito affollato di adolescenti molto vivaci. Si sentono anche lungo via Psaro, dove c’è l’entrata secondaria dell’istituto tecnico.

«Ho saputo dai suoi compagni di classe che al mattino non si era presentato a scuola», spiega Russotto, «ma all’inizio pensavamo che non fosse niente di preoccupante. Ho letto in rete che risultava disperso e Soccorso alpino e vigili del fuoco lo stavano cercando».

Patrick Bogo era bravo a scuola, oltre a essere un ragazzo tranquillo: «L’anno scorso era stato promosso a giugno, con una buona media. Diversi 7, per dire», sottolinea Russotto, consultando il registro di classe procurato al momento dal segretario, «il nuovo anno scolastico è appena iniziato, ma tutto faceva pensare che sarebbe stato ammesso alla maturità e si sarebbe diplomato con un buon voto finale. Dal punto di vista disciplinare, devo dire di non essermelo mai trovato davanti. Non è successo che si sia comportato male e l’insegnante di turno l’abbia mandato da me. Uno studente assolutamente sereno, che non dava preoccupazioni a nessuno. Non conosco la sua vita privata, come è normale che sia, e non sono a conoscenza di eventuali problemi».

Negli ultimi tempi, un incontro c’era stato, ma per tutto un altro motivo, che non c’entrava con la disciplina: «Dovevamo parlare di rappresentanti d’istituto e credo che si fosse candidato a ricoprire questa carica. Purtroppo è successo quello che sappiamo e risulta difficile crederci. Lo aspettavamo a scuola e non lo vedremo più in vita. Sembra incredibile quello che è accaduto».

Non c’è un’aula fissa per i ragazzi degli Elettronici dell’ultimo anno, di conseguenza non c’è un banco sul quale depositare qualcosa che lo ricordi, ma qualche iniziativa sarà presa già nelle prossime ore, al di là della partecipazione degli amici, più o meno stretti, ai funerali, che dovrebbero essere programmati nella chiesa dei frati di Mussoi, dove Fra Sandro ricorda in particolare la nonna di Patrick e aspetta indicazioni dalla famiglia per il giorno dell’ultimo saluto. —



 

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